La valle dell’Ete Vivo, tra il mare e la campagna
La valle dell’Ete Vivo attraverso un itinerario cicloturistico completamente su asfalto e alla portata di tutti. Dal mare della costa fermana alle colline di Servigliano per poi tornare di nuovo al mare. Nel mezzo un susseguirsi di colline, campi coltivati, borghi caratteristici, l’onnipresente sfondo dei Sibillini, il passaggio nel territorio urbano di Fermo. Salite mai difficili che permettono di godersi il panorama pedalando.
Fondo stradale | asfalto |
Lunghezza/length | 94,1 km |
Aumento di quota/elevation gain | 1200 m |
Quota minima/min elevation | 2 m |
Quota massima/max elevation | 317 m |
Pendenza massima/max slope | 10% |
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Partenza fissata a Porto Sant’Elpidio, naturalmente presso il B&B Pedalare con lentezza. Ci dirigiamo verso sud e, attraverso la pista ciclabile di Lido di Fermo e il lungomare di Porto San Giorgio, arriviamo presso il casello autostradale di Fermo-Porto san Giorgio. Il caos del traffico finisce subito, perché svoltiamo a destra e prendiamo una bella stradina di campagna che costeggia l’Ete Vivo. I primi chilometri sono praticamente pianeggianti e abbiamo modo di scaldare bene le gambe prima della salita.

Si comincia a salire per Contrada Camera di Fermo, dopo circa 3 chilometri. Lasciamo l’Ete Vivo sulla nostra destra. La pendenza rimane sempre dolce e non facciamo molta fatica mentre la vista si allarga sulla vallata alla nostra destra. Lungo questa strada la domenica mattina non è raro incontrare gli attori di uno sport tradizionale: la rutola, o ruzzola. Il traffico è pressoché assente. Un paio di aziende agrituristiche, qualche cane che abbaia, uno stagno verde sulla destra. Alcune curve e poi la splendida vista dei campi arati e degli ulivi. Allo valico, presso la chiesetta di San Ansovino, il panorama delle colline sterminate con i Sibillini che spuntano timidamente sullo sfondo.

Si scende verso l’Ete Vivo, che oggi attraverseremo moltissime volte. Il passaggio alla frazione Sacri Cuori con la sua bella Chiesa è piacevole. Un tratto di circa 3 chilometri di fondovalle, che richiede la massima attenzione alle auto, ci porta al ponte di Ete Caldarette, dove inizia la seconda salita della giornata.

L’ascesa verso Ponzano è una pedalata rilassante e meravigliosa. Nel primo tratto spesso gli alberi sono così fitti da ricoprire completamente la sede stradale. In Autunno con i primi raggi di sole obliqui si creano giochi di luce spettacolari. Poi si apre la vista sulla vallata a sinistra con il piccolo borgo di Torchiaro, che a volte sembra emergere dalla nebbia del mattino. Anche qui le pendenze sono dolci, con un paio di rampette all’8%. All’improvviso appare Ponzano, con dietro il Vettore, che sembra osservare il piccolo borgo con aria protettiva.



Entriamo nel paese. L’immancabile fontana è sulla destra. Una breve discesa ci porta presso la bellissima chiesa romanica di San Marco, dove regna il suggestivo gracchiare dei corvi che svolazzano intorno al campanile.



Si sale ancora. Non fatichiamo molto, se si eccettua una piccola rampa al 10% che si fa sentire. Oramai gli alberi sono pochi e sulla sinistra osserviamo il profilo di Moregnano. Un paio di chilometri ed arriviamo al borgo di Monte Giberto, dove tutti i ciclisti si fermano a riempire la borraccia presso la comoda fontana sulla destra. Alla fine del paese i Sibillini appaiono in tutto il loro splendore e la loro grandiosità. Difficile non fermarsi a fare una foto. La discesa verso l’Ete Vivo è bella, veloce e rilassante. Occorre solo fare attenzione presso l’ultima curva a sinistra, dove l’asfalto è un po’ dissestato.


Superiamo il ponte e prendiamo a sinistra. Ci aspetta un tratto di strada che costeggia l’Ete Vivo per quasi 8 chilometri. Il segmento è pianeggiante, con diverse rampe isolate al 7-8%. La valle è piccola e bellissima. La luce del mattino non riesce a raggiungere il fondo valle, mentre i versanti delle colline sono già illuminati. La strada sembra a volte un tunnel con gli alberi che la ricoprono interamente. Intorno non si vedono paesi, ma solo colline e campagna con qualche casa.

Una tranquilla salita di 3 chilometri e siamo a Colle Clementino, frazione di Servigliano. Da qui si viaggia lungo il crinale fino a Belmonte Piceno. Questo tratto potrebbe essere molto più piacevole se il fondo stradale fosse decente. Comunque arriviamo al bel borgo, dove troviamo un paio di fontane e una vista spettacolare.



Inizia un caratteristico sali-scendi su crinale fino a Grottazzolina, con vista sulla valle del Tenna alla nostra sinistra. Abbiamo affrontato questo tratto anche in La valle del Tenna e la salita di San Procolo. Anche qui attraversiamo il centro storico, per poi scendere fino alla località Capparuccia, dove inizia l’ultima fatica della giornata. Saliamo alla località Montone, frazione di Fermo. Anche qui le pendenze sono dolci e possiamo godere dello spettacolo delle colline marchigiane intorno a noi. Presso San Girolamo, Fermo appare all’orizzonte. Dopo il GPM la strada diventa praticamente pianeggiante. Si viaggia sul crinale e ci si avvicina al colle del capoluogo di provincia.




Entriamo nel tratto urbano. Facendo attenzione giriamo attorno al centro storico e passiamo vicino alle Fonti di San Francesco da Paola, dove possiamo riempire la borraccia con acqua freschissima. Inizia qui la lungo tratto di saliscendi che ci porterà sul crinale di Contrada Salette, dove la vista spazia sulle belle colline e sul mare in lontananza.


Una piccola salita ci porta al borgo di Capodarco, famoso per il suo Gran Premio, gara ciclistica internazionale che si svolge ogni anno ad Agosto. La gara è intitolata a Fabio Casartelli, sfortunato corridore che qui vinse nel 1991. Uscendo dal paese, sulla sinistra, si possono osservare le scritte che lo ricordano.

Oramai la nostra avventura in bici volge al termine. Non resta che scendere veloci a Porto San Giorgio e tornare al punto di partenza attraverso la pista ciclabile accanto al mare.

B&B Pedalare con lentezza
Via Legnano, 96 63821 Porto Sant’Elpidio (FM)
Coordinate: 43.24569, 13.76299
Contatti: Tel Fabio 3356561216