I borghi fermani e le strade bianche

 In Itinerari gravel

I borghi fermani e il loro territorio in un itinerario cicloturistico con caratteristiche adatte alla gravel. Affronteremo, oltre alle solite strade asfaltate, ma poco trafficate, anche le tipiche strade bianche, gli sterrati di campagna e i sanpietrini dei centri storici. Il percorso è decisamente impegnativo, con veri e propri “muri” al 20% e discese che richiedono estrema attenzione. La fatica sarà grande, ma altrettanto grande sarà la soddisfazione nell’arrivare alla fine. Ci sarà comunque spesso la possibilità di deviazioni per accorciare il percorso e renderlo meno duro.

 

Tabella riassuntiva del percorso
Lunghezza 83,1 km
Aumento di quota stimato    che significa? 2100 m
Quota minima 2 m
Quota massima 458 m
Pendenza massima 19%
Tabella chilometrica  tabella
Traccia gpx      tutorial download
Salite principali  
Altidona da Contrada Cantagallo  altimetria
Contrada Castelletta (Monterubbiano) da Valdaso altimetria
Moresco da Contrada Castelletta   altimetria
Contrada Eschito dall’Ete Vivo  altimetria
Contrada Bore di Fiano dall’Ete Vivo  altimetria
Poggio-Contrada Mileto da Torchiaro  altimetria

 

borghi-fermani-gravel-profilo-altimetrico

 

Si parte dal bar di fronte alla Chiesa di Santa Maria a Mare, in territorio di Fermo, presso il casello autostradale Fermo-Porto San Giorgio. I primi chilometri, quasi cinque, sono di riscaldamento, lungo la SS16, che in questa zona è abbastanza larga da non essere pericolosa. Comunque questo sarà l’unico segmento veramente trafficato che affronteremo oggi. Al bivio per Lapedona giriamo a destra e subito prendiamo la SP255.

ss16 marina palmense

La SS16 tra Porto San Giorgio e Marina Palmense

La SP255 è una stradina asfaltata, a volte sconnessa, molto silenziosa. Da una parte gli ulivi, dall’altra un maneggio. Il silenzio è totale. Solo gli uccellini a farci compagnia. Pedalare qui risulta molto piacevole ed è un buon riscaldamento che ci prepara per la prima fatica della giornata: la salita di Contrada Cantagallo.

inizio salita cantagallo

Subito dopo il ponte inizia la salita di Contrada Cantagallo

La strada si fa brecciata dopo il piccolo ponte. Siamo immersi nel silenzio. Sopra incombe il borgo di Altidona, davanti sulla destra Lapedona. Procediamo tra ulivi e piante da frutto. Le pendenze non sono proibitive e raggiungono i valori massimi di 12-13% presso il tornante finale.

altimetria-salita-cantagallo

Arriviamo ad Altidona, presso il campo da bocce. Con una piccola deviazione possiamo dare un’occhiata al primo dei borghi fermani, poi ci gettiamo a destra per il convento abbandonato di Saltareccio. La strada è brecciata, perfetta per la gravel. Arriviamo nel bosco e i sassi lasciano il posto alle foglie secche e al fango. La strada bianca che ci conduce nuovamente all’asfalto è molto impegnativa. Quasi un chilometro con pendenza media di poco superiore al 10%, con una punta al 18%. La discesa asfaltata e una fonte sulla destra ci appaiono come una salvezza.

 

Fonte presso Saltareccio

Fonte presso Saltareccio

Una rampa asfaltata ci riporta alla strada principale, la SP2, che attraversiamo per affrontare la spettacolare e divertente discesa asfaltata di Contrada Aso, con cui scendiamo a valle, presso il fiume omonimo. Il piccolo tratto della SP85 Valdaso può essere trafficato ed è degno della massima attenzione. Comunque dopo qualche centinaio di metri svoltiamo a destra per Moresco e subito prendiamo una stradina bianca sulla destra. Inizia la spettacolare salita di Contrada Castelletta. Poco più di due chilometri di strada brecciata con pendenza media di poco superiore all’8% e massima di 14%. I Sibillini e il colle di Moresco fanno bella mostra di sé sullo sfondo.

altimetria-salita-contrada-castelletta

contrada castelletto monterubbiano

Salendo per Contrada Castelletta

Un piccolo tratto in discesa e presto ricominciamo a salire dolcemente verso Moresco. Il bellissimo centro storico, uno dei borghi fermani più belli, appare davanti a noi con dietro lo sfondo dei Sibillini. Inizia la salita, abbastanza dolce finché su strada bianca. Riprendiamo l’asfalto poco prima della bella chiesa di Santa Maria dell’Olmo e la pendenza aumenta considerevolmente, fino all’11%.

altimetria salita moresco da castelletta

moresco

Il borgo di Moresco con lo sfondo dei Sibillini innevati

moresco e la torre eptagonale

Il bellissimo borgo di Moresco, con la sua torre eptagonale

Svalichiamo presso le porte del borgo, dove possiamo tranquillamente avventurarci, percorrendo i vicoli per scoprire la caratteristica piazzetta. Nel caso in cui la stanchezza si faccia sentire, si può tranquillamente scendere a destra verso Lapedona e seguire l’ultimo tratto della nostra traccia. Chiamiamo questa la Variante 1, che alla fine totalizzerà 35,4 km e 840 metri di dislivello.

Se ci sentiamo bene proseguiamo, scendendo sotto Monterubbiano, per la Contrada Pozzetto, dove ci godiamo il panorama sulla vallata dell’Aso. Lo sterrato sulla destra in prossimità del bivio per Rubbianello si inerpica su un colle dove una sosta per ammirare il panorama è praticamente obbligatoria. Scendiamo e attraversiamo la strada per continuare a scendere su sterrato. Una piccola ma decisa rampa ci porta al borgo di Montotto.

contrada molino monterubbiano

La strada presso Contrada Pozzetto di Monterubbiano

Vista dal colle sopra montotto

La vista sui Sibillini dal colle sopra Montotto

Ci dirigiamo quindi verso Petritoli. Attraversiamo questo meraviglioso borgo pedalando sui sanpietrini del suo centro storico, dove possiamo concederci una sosta al bar del paese.

petritoli borghi fermani

La vista spettacolare che si apre arrivando a Petritoli

Arrivando a Petritoli, presso la fontana dell’ospedale, possiamo optare per la Variante 2: manteniamo la destra in direzione Montegiberto e, al bivio per Moregnano, riprendiamo la traccia principale. In questo caso alla fine i chilometri totali saranno 56,6 e il dislivello accumulato 1450 metri.

Proseguendo con l’itinerario, dal centro storico di Petritoli affrontiamo una discesa e poi una leggera salita, che sarebbe più opportuno definire falsopiano, con cui arriviamo al piccolo borgo di Monte Vidon Combatte. Una foto, una sosta alla fontana e poi giù verso Collina Nuova, dove troviamo ancora un tratto pianeggiante.

monte vidon combatte

Il caratteristico borgo di Monte Vidon Combatte

Prima di Montottone ci buttiamo a destra per una stradina brecciata, con indicazione Collina Vecchia, che porta alla Fonte Magna, con il suo lavatoio, che ha conosciuto sicuramente giorni migliori, ma che ha ancora quel fascino che io trovo irresistibile. Un tempo, quando le case nelle campagne non avevano ancora l’acqua corrente, queste fonti avevano una grande importanza per la società contadina. Qui si andava a prendere l’acqua tutti i giorni, facendo chilometri a piedi, e qui si andava a lavare i panni tutti insieme, facendo conversazione. Ogni volta che trovo una di queste fonti mi fermo a contemplare con una certa tristezza l’attuale desolazione, immaginando come doveva essere affollata nel passato dei nostri nonni.

strada collina vecchia

Prendiamo la strada bianca di Collina Vecchia

strada fonte megna di montottone

La stradina per Fonte Magna sotto Montottone

Fonte Magna

Fonte Magna

Ritorniamo all’asfalto della SP61 e ci infiliamo in Contrada San Pietro Martire. Scendendo apprezziamo la vista di Montottone. A un certo punto la strada diventa brecciata. Questa strada bianca e larga costeggia il Fosso Rivo fino al Fiume Ete Vivo.

Possiamo anche evitare di scendere in Via San Pietro Martire e proseguire per Montottone, secondo la Variante 3. In questo modo non dovremo affrontare la salita di Eschito e, una volta scesi al fiume Ete Vivo, proseguire per la via diretta verso Monte Giberto. Si tratta di un’ascesa agevole, già affrontata in Borghi fermani: pedalare tra natura e storia, che ci permette di evitare la durissima salita di Bore di Fiano. Questa variante rende il giro complessivamente lungo 74,5 km, con 1840 metri di dislivello.

montottone da san pietro martire

Il borgo di Montottone dalla Contrada San Pietro Martire

Se abbiamo proseguito per Contrada San Pietro Martire, poco prima di raggiungere l’Ete Vivo giriamo a destra e affrontiamo la salita impegnativa della Contrada Eschito. L’ultima metà dell’ascesa è asfaltata, così come la bella discesa verso l’Ete Vivo.

altimetria salita contrada Eschito da Ete Vivo

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La strada bianca di Contrada Eschito

Prendiamo la SP112 e costeggiamo l’Ete Vivo per 2,5 km. Andiamo poi ad affrontare l’impegnativa salita asfaltata di Contrada Bore di Fiano. Il primo tratto è il più duro. Diverse centinaia di metri sempre a doppia cifra, con una punta al 19%. Poi abbiamo alcuni tratti di respiro alternati a rampe severe con pendenze ben oltre il 10%. La fatica è ben ripagata dal panorama sulle colline e sui vari borghi fermani circostanti. Per chi non se la sente di affrontare questi muri, come abbiamo già detto a proposito della Variante 3, c’è l’alternativa molto più pedalabile della salita diretta verso Monte Giberto, che inizia subito dopo la discesa da Montottone.altimetria-salita-bore-di-fiano

Svalichiamo presso la SP66, che lasciamo subito per la variante sterrata di Contrada Madonna, che, con una rampa di circa un chilometro che raggiunge la pendenza del 18%, ci porta a Monte Giberto. Ci fermiamo alla fontana del paese e proseguiamo, con un tratto di saliscendi, verso Moregnano. Una breve visita ad uno dei più piccoli borghi fermani e poi la discesa panoramica per Torchiaro.

contrada la madonna monte giberto

La strada bianca di Contrada La Madonna di Monte Giberto

moregnano

Il bel borgo di Moregnano

Si continua a scendere sull’asfalto dissestato che si insinua nel bosco. Arrivati al fosso affrontiamo la durissima salita di Contrada Mileto. Completamente su strada bianca (tranne il tratto iniziale, recentemente asfaltato), questa salita è lunga quasi due chilometri e presenta una pendenza media superiore al 10%. A questo punto della giornata, con una certa fatica accumulata nelle gambe, l’ascesa sembra veramente interminabile. Presso il GPM di Contrada Poggio finalmente la sofferenza finisce e si può tirare il fiato fino alla SP56, dove si riprende a salire verso Monterubbiano.

altimetria della salita di poggio mileto da torchiaro

 

discesa verso SP56

Finalmente si scende tirando il fiato verso la SP56

La salita è facile e rilassante fino alle porte del paese. Subito dopo il distributore di benzina, sulla destra c’è una stradina brecciata che si inerpica verso il borgo, segnalata da un cartello che indica il Bike Village La Cava, “regno” di Alessandro Corso e dei suoi The Black Sheep MTB. Affrontiamo due rampe terribili al 18% che possono costringerci a mettere il piede a terra, specialmente la seconda. Alla fine però vedremo che valeva la pena anche spingere la bici a piedi per quei pochi metri. Davanti a noi si stende una stradina di erba, praticamente pianeggiante, che gira intorno ai ruderi delle antiche mura e che ci conduce alla suggestiva Porta S. Andrea. Il luogo è magico ed invita ad una sosta.

rampa per la cava a monterubbiano

La rampa brecciata che sale verso le mura di Monterubbiano

stradina sterrata intorno a monterubbiano

La stradina che gira intorno alle antiche mura di Monterubbiano

porta s andrea monterubbiano

Le spettacolari mura di Porta Sant’Andrea di Monterubbiano

Ripartiamo e, dopo una piccola rampetta, ci troviamo a pedalare sui sampietrini del centro storico, presso quello che era il Ghetto ebraico. Poi ci inoltriamo in Via dei Segreti, con un arco dove è rimasto il cartello di divieto di transito per trattori e carri militari. Arriviamo presso Porta San Basso, o Porta Vecchia e si apre la vista spettacolare sulla Valle dell’Aso.

monterubbiano ghetto ebraico

Il ghetto ebraico di Monterubbiano

arco via segreti monterubbiano

Il caratteristico Arco di Via Segreti

In gravel per le stradine del centro storico di Monterubbiano

La terrazza sulla valle dell’Aso presso Porta San Basso

Lasciamo Monterubbiano per scendere verso Lapedona. Non raggiungiamo questo bel borgo, anche se meriterebbe di certo un’ultima piccola deviazione, perché ci buttiamo sulla sinistra per affrontare un saliscendi che ci conduce al punto più alto di Contrada S. Elisabetta. La discesa finale è su strada bianca e a volte richiede attenzione, ma non è eccessivamente tecnica. Alcune piccole e poco impegnative rampe ci consentono di non aumentare troppo la velocità e di godere della vista del mare, che appare sempre più vicino.

s elisabetta verso porto san giorgio

Tornando a Porto San Giorgio per Contrada Santa Elisabetta

Finisce la strada bianca e il breve tratto asfaltato di Contrada San Pietro Vecchio ci riporta al punto di partenza di questo spettacolare itinerario attraverso i borghi fermani.

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Showing 10 comments
  • Luca
    Rispondi

    Complimenti, un racconto bellissimo.. Pratico gravel nelle zone dell’entroterra fermano e maceratese, spero che l’ articolo da te scritto venga letto da più persone possibili in modo che possano anche loro godere di questi luoghi meravigliosi ma aimè dimenticati sempre più spesso…. Buone pedalate!

    • Fabio Marziali
      Rispondi

      Ti ringrazio Luca e mi fa molto piacere vedere che hai capito l’obiettivo di questo blog: promuovere il cicloturismo nel nostro bellissimo territorio. Io finora ho pedalato sempre su bici da corsa, anche se su strade molto poco trafficate che sicuramente conoscerai anche tu, ma da pochissimo tempo ho iniziato con la gravel, scoprendo stradine di cui ignoravo l’esistenza. Se ti va segnalami pure qualche strada da fare. Ho intenzione di creare altri percorsi di questo tipo. Buone pedalate anche a te, magari ci si incontra!

  • Davide
    Rispondi

    Sembra veramente un giro bellissimo nn vedo l’ora arrivi la. Sequoia così da provare questo bel giro.
    Grazie della descrizione.. Complimenti

    • Fabio Marziali
      Rispondi

      Grazie. E’ uno dei miei primi giri con la gravel. Di solito pedalo in bici da corsa, come puoi vedere leggendo i vari articoli del blog, ma mi sta piacendo moltissimo questa nuova esperienza. A dire la verità questo percorso io l’ho trovato molto impegnativo, soprattutto su certe discese, visto che non sono abituato, però alla fine l’ho portato a termine. Fammi sapere poi com’è andata.
      Un saluto!

  • Luca
    Rispondi

    Sicuramente ti manderò degli itinerari da fare zone Sarnano – Gualdo-loro Piceno ecc…. Ideale se si riuscirà a trovare un itinerario mare-montagna, tu continua così che hai perfettamente capito “lo spirito gravel”, non come chi parla del gravel in base all’ inclinazione di +2 o – 2 gradi del tubo ecc….

    • Fabio Marziali
      Rispondi

      Bene! Conosco quelle zone, ma solo dal punto di vista delle strade asfaltate. Sentiamoci presto, magari facciamo una pedalata insieme.

  • Bert Lam
    Rispondi

    Brillant trip, Fabio. Must do this one. Must.

    • Fabio Marziali
      Rispondi

      Yes Bert. You must!

  • Mirko
    Rispondi

    C’è una traccia gpx di questo percorso ?

    • Fabio Marziali
      Rispondi

      Sì Mirko. Nella Tabella riassuntiva dei percorsi trovi il link “download” con cui scaricare la traccia gpx.

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