I Varano: Camerino e l’altopiano di Montelago

 In Itinerari lunghi

Un meraviglioso itinerario all’ombra del Ducato di Camerino.  In circa 80 chilometri troveremo: una strada poco trafficata che costeggia un lago azzurro, salite pedalabili, passaggi suggestivi in fondo a gole rocciose, un muro pavimentato in un centro storico caratteristico, ruscelli rinfrescanti a bordo della strada, una salita impegnativa con tornanti panoramici, il verde altopiano di Montelago, la discesa tecnica e impegnativa, il tratto pianeggiante soggetto al vento forte, un tratto finale defaticante. I chilometri totali non sono molti, ma sarà difficile trovare un percorso più completo e soddisfacente.

 

Tabella riassuntiva del percorso
Lunghezza 77,8 km
Aumento di quota stimato    che significa? 1500 m
Quota minima 313 m
Quota massima 1017 m
Pendenza massima 21%
Tabella chilometrica  tabella
Traccia gpx     tutorial download
Salite principali  
Sentino da Polverina  altimetria
Montelago da Sefro  altimetria

profilo altimetrico camerino

Il punto di partenza e di arrivo è la frazione Maddalena di Muccia, presso l’incrocio tra la vecchia Statale Val di Chienti e la SP209, la strada che porta a Visso e la Valnerina. Sul posto presenza di parcheggi e luoghi di ristoro. Prima del terremoto del 2016 era un luogo di ritrovo e una fermata importante per tutti quelli che nei giorni di festa passavano di qua per dirigersi verso Visso, Ussita e Castelluccio. Attualmente il traffico è diminuito sensibilmente, in seguito alla chiusura delle strade dopo Visso.

Invece di puntare subito per Camerino attraverso il paese di Muccia, il cui centro storico è oggi purtroppo devastato dal sisma, prendiamo verso Est, seguendo la vecchia SS77. Dopo Pontelatrave costeggiamo il Lago di Polverina, lungo una strada larga e poco trafficata, che sembra quasi una terrazza sul placido lago.

lago di polverina camerino

Lago di Polverina

Arrivati al centro abitato di Polverina inizia la prima fatica della giornata: la salita di Sentino. Non è molto impegnativa. Sono 5 chilometri con pendenza irregolare, che non supera mai il 9%. Si sale tra prati verdi e affioramenti di arenaria lungo una strada quasi sempre deserta. Il colle di Camerino è una presenza rassicurante sulla nostra destra. Prima del GPM troviamo anche un paio di fontane rinfrescanti.

altimetria salita sentino da polverina

da polverina verso camerino

Si sale da Polverina verso Sentino

camerino da colle

La vista di Camerino dalla strada per Sentino

Dopo l’incrocio di Sentino si scende verso San Marcello, poi si prende a destra per una discesa pericolosa a causa del fondo stradale sconnesso, che ci porta praticamente fino alla SP132, la strada principale che porta a Camerino, dove arriviamo con un altro tratto in salita di 2,5 km.

Lo svalico a Camerino merita qualche parola. Transitando lungo la circonvallazione e alzando lo sguardo sulla destra non si può fare a meno di osservare il profilo del centro storico, deturpato dalla violenza degli eventi sismici del 2016. Tutto il paese è praticamente zona rossa e quindi impraticabile. Il pensiero corre al Maggio del 2016, quando in una giornata meravigliosa entrai pedalando in quel centro storico bellissimo in occasione della Gran Fondo Terre dei Varano.

Inizia una lunga discesa con larghi tornanti e tranquilli rettilinei che ci porta a Canepina. L’asfalto è buono e le pendenze sono dolci. Questo è praticamente l’unico tratto riposante di tutto il giro e possiamo permetterci di osservare il bel castello di Rocca d’Ajello, in alto sulla destra. Ci lasciamo Camerino alle spalle e arriviamo quasi a Castelraimondo.

rocca ajello camerino castelraimondo

Rocca d’Ajello

Da Torre del Parco inizia un tratto misto di fondovalle che ci porta fino a Pioraco. La valle diventa sempre più stretta, fino ad assumere l’aspetto di una gola tra due pareti rocciose. Il panorama è grandioso e per non rovinare la sua magia ho voluto inserire una variante per evitare la galleria subito prima del centro abitato. In prossimità del cimitero, giriamo a destra per la località Costa e arriviamo alla cartiera. Prima di salire al centro storico di Pioraco è necessario percorrere un breve tratto di strada chiusa al traffico, dove troviamo una parete di roccia usata per il free climbing. Il breve muro finale lastricato di Via Camellaria, con cui si entra in paese, ha una pendenza del 21%. Chi non se la sente di affrontarlo può tranquillamente evitare questa variante e proseguire per la strada principale, poiché le gallerie sono ben illuminate e non costituiscono un problema; la pendenza in questo caso non supererà il 9%.

strada cartiera pioraco

La strada che porta alla cartiera di Pioraco

pioraco centro storico

Il centro storico di Pioraco

pioraco

Pioraco

Ci fermiamo in paese a prendere fiato con la scusa di riempire la borraccia alla fontana e osservare il bel centro storico. A questo punto inizia un tratto misto che porta a Sefro. La strada è bellissima, in una piccola valle verde e silenziosa. Particolarmente, dopo il piccolo e caratteristico centro abitato di Sefro, la valle si restringe e troviamo un torrente costantemente sulla nostra destra, che sembra darci refrigerio. Il rumore dell’acqua che scorre ci accompagna fino all’inizio della salita di Montelago.

madonna dei calcinai sefro

Madonna dei Calcinai presso Sefro

ruscello sefro

Il ruscello lungo la strada tra Sefro e Montelago

altimetria salita montelago da sefro

Questa è la salita più impegnativa e bella della giornata. Più di 5 chilometri con pendenza media del 7% e punte al 13%. Incontriamo solo il piccolo centro abitato di Sorti, dove troviamo una fontana. L’asfalto è decente, i tornanti si susseguono, la vista sulla valle si allarga sempre di più e ben presto Sorti appare piccolo, sotto di noi. L’arrivo al GPM di Montelago è stupendo. All’improvviso si apre la vista sull’altopiano e i suoi prati. A destra una fonte di acqua freschissima con l’abbeveratoio, sulla sinistra un gruppo di muli che ci osserva con lo sguardo incuriosito.

montelago

Muli allo svalico di Montelago

Ammiriamo il meraviglioso altopiano di Montelago con i suoi prati verdi a circa 1000 metri di quota attraverso un tratto misto praticamente pianeggiante e la successiva salita al Passo Salegri. Qui il silenzio domina incontrastato e in certe giornate gli unici incontri possibili sono quelli con gli animali al pascolo.

montelago

Altopiano di Montelago

valico montelago

Strada presso Montelago

Al GPM Salegri inizia un tratto di discesa impegnativo, con pendenze difficili, tornanti e un fondo stradale piuttosto sconnesso, che ci porta fino al centro abitato di Copogna. In seguito l’asfalto migliora e possiamo riposarci un po’ fino alla vecchia SS77 presso Serravalle.

Inizia la salita verso Colfiorito. La pendenza rimane sempre pedalabile e non supera mai il 9%. Subito dopo i tornanti appare davanti a noi quella che può essere considerata l’immagine di questo itinerario: i ruderi della vecchia fortezza dei Varano di Camerino. Pedalando affiora il ricordo di un bambino che aveva il mal d’auto quando si percorreva questa strada per andare a Roma. Questi tornanti erano micidiali, ma la visione di queste rovine mi avevano sempre affascinato e salire in bicicletta adesso, nel silenzio totale, con il traffico oramai dirottato sulla vicina superstrada, mi regala sensazioni meravigliose.

fortezza di varano serravalle colfiorito

L’antica fortezza di Varano

L’altopiano di Colfiorito nella sua bellezza può diventare una specie di incubo. Circa 3 chilometri di strada completamente aperta e sferzata dal vento forte. La piccola salita di Pintura appare come una liberazione, anche perché rappresenta in pratica l’ultima fatica della giornata, visto che dopo si scenderà sempre.

La discesa verso Pievetorina è paesaggisticamente molto bella, perché si attraversano prati verdi e belle colline per arrivare a una gola con pareti rocciose a strapiombo. Purtroppo il fondo stradale sconnesso non permette di rilassarsi a guardare il panorama. E’ necessario invece tenere il manubrio saldamente e cercare di evitare le numerose buche.

pieve torina

Discesa verso Pieve Torina

A Pievetorina siamo costretti a prendere le uniche piccole vie transitabili all’interno di quella che è un’unica zona rossa che comprende in sostanza tutto il paese. Le conseguenze del sisma si presentano in tutta la loro spaventosa evidenza. Nemmeno una casa si è salvata e, come sempre accade, passando silenziosamente in bicicletta tutto appare amplificato e brutalmente reale. Dal finestrino dell’automobile infatti non si può rimanere colpiti da ciò che in realtà è più impressionante: il silenzio. Il silenzio innaturale di un centro storico dove l’attività umana purtroppo non c’è più.

Riprendiamo la SP209 e pedalando in discesa in una sorta di defaticamento ritorniamo al punto di partenza.

 

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