La salita di Cervara e i Monti della Laga
Percorso decisamente impegnativo, nel corso del quale andremo ad affrontare una delle salite più dure dell’intera regione: Cervara di Ascoli Piceno, situata nel territorio dei Monti della Laga. Prima però percorreremo quasi 70 km di strade mai pianeggianti con panorami mozzafiato sul Monte dell’Ascensione e sui Sibillini.
Tabella riassuntiva del percorso | |
Lunghezza | 105,6 km |
Aumento di quota stimato che significa? | 2000 m |
Quota minima | 177 m |
Quota massima | 1030 m |
Pendenza massima | 15% |
Tabella chilometrica | tabella |
Traccia gpx tutorial | download |
Salite principali | |
Costa dei Guai (Villa Curti-Venarotta-Bivio Palmiano) | altimetria |
Croce di Casale versante Comunanza | altimetria |
Cervara dalla SP207 Vecchia Salaria | altimetria |
Ho fissato la partenza a Mozzano, a due passi da Ascoli Piceno, presso il ponte sul fiume Tronto. Prima di tutto perché facilmente raggiungibile, visto che nei pressi di questo centro abitato la SS4 Salaria nuova confluisce nella vecchia strada. Inoltre, vista la difficoltà del percorso, ho voluto dare la possibilità di un’alternativa meno impegnativa: partendo dal centro di Ascoli e percorrendo la Salaria vecchia fino a Mozzano si può andare a scalare la salita di Cervara direttamente e tornare indietro seguendo il presente percorso; in questo caso i chilometri totali saranno circa 60 e Cervara sarà l’unica salita da affrontare.
Con il percorso tracciato ho voluto inserire anche la bellissima Costa dei Guai e la classica Croce di Casale, due tratti di strada tra i più panoramici della zona, che costituiranno un degno antipasto per il piatto forte della giornata: la famigerata salita di Cervara. Si parte con qualche chilometro di riscaldamento percorrendo la vecchia Salaria fino ad Ascoli Piceno, più precisamente all’altezza del Borgo Solestà, dove si prende lo svincolo per Venarotta-Force. Si inizia a salire con pendenze assolutamente non proibitive verso Villa Curti, dove la strada spiana, prima di iniziare la prima fatica della giornata: la Costa dei Guai. Veramente la Costa dei Guai vera e propria inizierebbe presso il bivio per Cerreto dopo Venarotta, dove cominciano i tornanti strettissimi che probabilmente danno il nome alla strada, ma per praticità ho voluto chiamare così tutta la salita. Come si vede dal profilo altimetrico, fino a Venarotta la salita non è assolutamente impegnativa, per aumentare di difficoltà dopo questo centro abitato, ma non in maniera costante. Le pendenze non superano mai il 10% e i tornanti strettissimi si susseguono in una serie che sembra interminabile.
Dopo il bivio per Palmiano la strada spiana e il panorama si apre. A destra il Monte ascensione con il versante più suggestivo e le ripide valli con i caratteristici calanchi. A sinistra i Sibillini in tutta la loro bellezza e maestosità. Si prosegue con piccole rampe e discesette riposanti, prima dell’ultimo sforzo, una salita di un chilometro e mezzo che ci porta allo svalico di Monte La Torre. Qui si apre un altro panorama. Il borgo di Force, paese dei ramai, appare come d’incanto e sembra aspettarci mentre scendiamo a velocità sostenuta. Si intravede anche il profilo di Montefalcone Appennino, dall’altra parte della vallata dell’Aso.
Curva secca a sinistra (Attenzione!) e si affronta la discesa di Villa Pera per Comunanza. Lungo la discesa non si può fare a meno di ammirare il Vettore e la Sibilla, all’orizzonte, dietro le colline con i campi coltivati. In Estate, i girasoli al bordo della strada sono un vero spettacolo con il loro giallo contro l’azzurro del cielo. Pedaliamo per qualche chilometro sul fondo della valle del fiume Aso e arriviamo al bivio per Croce di Casale. La salita non è particolarmente impegnativa e si arriva senza grande difficoltà al valico di Croce di Casale. Un tempo questo era un luogo molto trafficato, ma con l’apertura della variante e le sue gallerie gli automobilisti possono evitare questo tratto di strada pieno di curve. Il risultato è che questa strada è diventata un vero e proprio paradiso per i ciclisti, in particolare, il versante di Roccafluvione, che qui affrontiamo in discesa e che percorreremo in salita in altra occasione. Si arriva a Roccafluvione e si prosegue in discesa pedalata praticamente fino alla SS4 Salaria. Facendo molta attenzione si attraversa la strada di grande comunicazione e si esce subito prendendo la Salaria vecchia, per Taverna di Mezzo. Abbiamo adesso due chilometri e mezzo di strada quasi pianeggiante di fondo valle, in leggera salita, con fondo abbastanza rovinato.
La salita di Cervara inizia praticamente subito dopo aver svoltato a sinistra dalla Vecchia Salaria seguendo l’indicazione per Cervara-San Gregorio. Osservando l’altimetria si può subito avere un’idea della difficoltà di questa vera e propria scalata. Inizialmente abbiamo quasi 3 km con pendenza media superiore al 10%, in cui picchi di 14%, ma anche 15% vengono raggiunti spesso e non per pochi metri. Alla fine del primo tratto duro la vista si apre sugli spettacolari Monti della Laga e la strada stretta tagliata nell’arenaria assume l’aspetto di una terrazza privilegiata. La sofferenza lascia momentaneamente spazio alla meraviglia. Prima del centro abitato di Colloto le pendenze si addolciscono, ma poi tornano alla doppia cifra più volte e per distanze non trascurabili.
Dopo Cervara il panorama si apre anche sulla destra. Particolarmente duro è il tratto che inizia al km 7,7. E’ praticamente un lungo rettilineo, di quasi un chilometro, con pendenza costantemente a doppia cifra, caratterizzato da una bella vista sui Sibillini, con in primo piano il Vettore con Forca di Presta e dietro la Sibilla. Poi la pendenza si addolcisce e ci ritroviamo sul crinale, con vista aperta su entrambi i lati. Siamo in mezzo ai prati verdi. Respiriamo e ci godiamo il panorama fino allo svalico.
La discesa è rigenerante. Si scende fiancheggiando una piccola valle con bei prati verdi. La strada è alberata, ma in certi punti si scopre il panorama. Troviamo cataste di tronchi e legna appena tagliata. Verso la fine di Settembre o l’inizio di Ottobre, i colori sono meravigliosi e la bellezza della natura ripaga della fatica fatta.
Ancora un chilometro di salita non proprio leggera, con un paio di tornanti, poi si svalica definitivamente presso San Paolo. Inizia una lunga discesa rigenerante e panoramica. Il fondo stradale è sufficientemente buono e le pendenze dolci. Praticamente ci si riposa. Non si frena e non si pedala quasi più fino al bellissimo borgo di Ponte d’Arli. Successivamente seguiamo sempre la Vecchia Salaria pedalando per accompagnare la discesa fino al punto di partenza.
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Bellissima. Grande Fabio
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