Cicloturismo nelle Marche: 5 motivi per farlo

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L’area compresa nelle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata si presta particolarmente al cicloturismo. La bella costa adriatica, le verdi colline caratterizzate dai borghi medioevali, la catena montuosa dei Sibillini, l’ottima enogastronomia. Tutto concorre a rendere l’esperienza della vacanza in bici estremamente piacevole. Ecco i miei cinque motivi principali per pedalare in questo meraviglioso territorio.

 

1- Il mare e la Montagna

Il tratto di costa adriatica compreso tra San Benedetto del Tronto e Porto Recanati presenta una moltitudine di colline praticamente a ridosso del litorale. Questo significa che partendo da un lungomare qualsiasi in pochissimi chilometri è possibile arrivare a qualche centinaio di metri di quota e godere di panorami notevoli. La fascia collinare si estende per una cinquantina di chilometri verso l’interno. Subito dopo troviamo i Sibillini, chiamati anche Monti Azzurri dal poeta Giacomo Leopardi. Cicloturismo qui può significare partire dalla spiaggia, attraversare un territorio collinare caratteristico, arrivare alle montagne, godersi viste mozzafiato a 1500 m di quota e tornare al mare facendo strade diverse da quelle fatte all’andata. Il tutto anche nello stesso giorno, se si è sufficientemente preparati.

porto san giorgio alba

Partendo all’alba da Porto San Giorgio

montefortino, isola san biagio

Panorama dalla strada per Isola San Biagio. Il mare sullo sfondo.

2- I borghi

Una caratteristica del nostro territorio è la distribuzione della popolazione. Abbiamo una moltitudine di comuni e frazioni disseminate ovunque nel territorio. Praticamente quasi ogni collina presenta un borgo alla sua sommità. Questo significa che facendo cicloturismo potremo guardare il borgo caratteristico da varie distanze e angolazioni, scoprirlo a poco a poco, in modo da arrivare alle mura con la sensazione di averlo in qualche modo conquistato. Un esempio per tutti può essere Moresco. Partire dal mare e salire fino a questo spettacolare borgo medioevale per poi entrare e scoprire le sue stradine silenziose è un esperienza indimenticabile. Parliamo di ciò in Borghi fermani: pedalare tra natura e storia e in I borghi fermani e le strade bianche.

moresco

Il borgo di moresco con la sua torre eptagonale

3- Salite per tutti i gusti

Cicloturismo significa anche affrontare salite importanti per la soddisfazione di portare a termine la scalata. A tutti noi piace pensare: «Ce l’ho fatta!» quando arriviamo al valico. Fermarsi un attimo a godersi la vista dopo la fatica è una cosa bellissima. Le Marche offrono qualsiasi tipo di salita. C’è la salita tranquilla e pedalabile, ma comunque panoramica, che ti porta a qualche centinaio di metri di quota (ad esempio Moresco da Marina di Altidona, oppure Ripatransone da Cupra Marittima). C’è la salita di 3 chilometri molto irregolare con tratti decisamente impegnativi (San Procolo, di cui si parla in La valle del Tenna e la salita di San Procolo). C’è il terribile muro, o costa, uno strappo di qualche centinaio di metri con cui ci si eleva all’improvviso di 100/150 metri, come il Muro di Ortezzano, o la Strada Cocciari di Sant’Elpidio a Mare. Ci sono i continui saliscendi dei crinali intorno alle valli che vanno dai Sibillini al mare, fastidiosi per chi non è abituato. C’è poi la salita lunga e sfiancante, a volte molto irregolare con dislivello dell’ordine di 800/1000 metri: Sassotetto, Monte San Vicino, Piani di Ragnolo, Forca di Gualdo, Forca di Presta, Forca Canapine, ma anche Cervara sono alcuni esempi.

sassotetto tornanti

I tornanti di Sassotetto

4- Le fontanelle

Caratteristica non di poca importanza per chi fa cicloturismo. Il territorio delle Marche è disseminato di fonti e fontanelle, preziosissime quando si pedala nelle calde giornate estive. Sicuramente ogni borgo ha almeno una fontana, ma ne troviamo anche in luoghi apparentemente sperduti. Una menzione a parte meritano poi le fonti, da cui l’acqua sgorga continuamente, a volte dal gusto particolare, che troviamo spesso e che erano frequentatissime fino a qualche decennio fa, prima che l’acquedotto arrivasse anche alle case nelle campagne. Ho affrontato l’argomento nell’articolo Le sette migliori fontanelle dei Sibillini… e altre ancora, dove ho anche inserito una mappa, che aggiorno continuamente, con le principali fontanelle della zona.

fonte dei brilli sarnano

La Fonte dei Brilli a Sarnano

5- Le strade silenziose

Ho lasciato questo come punto finale, perché forse è il più importante. Io amo il silenzio. Mi piace pedalare per ore ascoltando solo i suoni della natura e lo scorrere della catena sui pignoni. Il vento, il cinguettio degli uccelli, lo scorrere di un torrente al lato della strada, lo scricchiolare delle foglie secche sotto le ruote in Autunno… Credo che tutto ciò debba essere parte essenziale del cicloturismo. Certo, anche qui esistono strade molto trafficate, rumorose e pericolose. Sono essenzialmente le strade costiere e i fondo valle. C’è comunque una grande varietà di strade secondarie quasi sempre “silenziose”, dove il passaggio delle auto non è così costante. Se poi ci spostiamo in montagna, potremo vivere l’esperienza di una salita di 10 chilometri nel silenzio totale, incontrando 3 o 4 automobili al massimo in piena Estate. I percorsi descritti da me in questo blog interessano questo tipo di strade, molto frequenti nelle Marche. Inoltre, da non sottovalutare la presenza di una moltitudine di strade bianche, da affrontare con la bici gravel, che negli ultimi tempi vengono sempre più apprezzate per il loro indiscusso fascino.

 

Ovviamente ci sono anche altre caratteristiche che rendono le Marche appetibili per il cicloturismo. L’ottima enogastronomia, la presenza di una moltitudine di piccole strutture ricettive disseminate ovunque nel territorio, gli innumerevoli punti di ristoro (bar, trattorie…) presenti con distribuzione capillare, tutto ciò basterebbe a qualificare queste zone come paradiso del cicloturismo. C’è qualcos’altro però, di altrettanto bello, anche se difficile da quantificare e da descrivere. La gente del posto e la sua cordialità. Credo che la conoscenza del territorio passi anche attraverso i rapporti con i suoi abitanti. Le persone che abitano i nostri paesi sembrano sempre ben disposti con chi arriva pedalando a raccontare qualche storia. Fermarsi in un piccolo borgo tra le colline o in mezzo alle montagne, farsi preparare un panino all’alimentari o prendere un cappuccino al bar del paese e chiacchierare col barista o con qualche anziano lì presente. Questa è un’esperienza che non deve mancare a chi fa cicloturismo nelle Marche. Naturalmente per fare ciò è necessario non farsi prendere dalla fretta e affrontare la giornata pedalando con lentezza…

 

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