La valle dell’Ete Morto
Itinerario impegnativo, anche se relativamente breve, attraverso una caratteristica valle minore marchigiana. La valle dell’Ete Morto, tra le province di Fermo e Macerata. Affronteremo veri e propri “muri”, salite corte e impegnative, discese piacevoli ed altre che non permettono distrazioni. Strade di campagna quasi prive di traffico e alcuni tratti urbani. Attraverseremo borghi medioevali caratteristici e colline coltivate. Ci faranno compagnia i rassicuranti Sibillini all’orizzonte, ma rimarremo sempre a due passi dal mare…
Tabella riassuntiva del percorso | |
Lunghezza | 59,3 km |
Aumento di quota stimato che significa? | 1300 m |
Quota minima | 1 m |
Quota massima | 242 m |
Pendenza massima | 21% |
Tabella chilometrica | tabella |
Traccia gpx tutorial | download |
Salite principali | |
Sant’ Elpidio a Mare Via Vecchia Porto | altimetria |
San Rustico | altimetria |
Sant’Elpidio a Mare Via 8 Marzo | altimetria |
Strana storia quella dell’Ete Morto. Una volta questo piccolo fiume, avente carattere di torrente, con una scarsa portata d’acqua, che diventa impetuosa a seguito di eventi atmosferici importanti, arrivava direttamente al mare. Probabilmente la sua foce era quella dell’attuale fiume Chienti, corso d’acqua ben più importante che, con la prepotenza di chi è più grosso, la rubò al cugino minore. Da allora il piccolo Ete Morto diventò un semplice affluente del Chienti. Una leggenda locale racconta che le sue violente esondazioni rappresentino una sorta di vendetta per il furto subito.
La valle è poco estesa e non arriva alle montagne dei Sibillini. Le colline ospitano bei borghi medioevali come tutto il territorio marchigiano. Al fondo valle abbiamo la pericolosissima SP219, la Mezzina, assolutamente da evitare con la bici, dove le auto sfrecciano veloci. Per fortuna le strade secondarie non mancano, come vedremo.
Iniziamo il nostro giro da Porto Sant’Elpidio, presso il casello autostradale. Un breve tratto di zona industriale e subito ci ritroviamo in mezzo alla campagna, con i campi coltivati e gli ulivi. Saliamo verso Sant’Elpidio a Mare lungo la Strada Vecchia Porto, che subito ci mette alla prova con pendenze al 14%. Si fa subito fatica, ma questo è solo l’antipasto della giornata.
Proseguiamo per Monte Urano senza grossi problemi. Dopo il centro abitato ci buttiamo a destra verso il fondo valle, per una strada panoramica ma dall’asfalto a volte dissestato, che non ci permette alcuna distrazione. Arrivati in fondo alla discesa, evitiamo la Mezzina e ci infiliamo nella strada secondaria in destra idrografica, che ci porta verso Torre San Patrizio. La salita non presenta grandi difficoltà, praticamente un lungo rettilineo senza tornanti, con punte all’11%.
Una rapida discesa e subito si ricomincia a salire verso Monte San Pietrangeli. Il borgo sembra guardarci dall’alto, mentre affrontiamo i due tornanti, facile il primo, decisamente impegnativo il secondo, che ci portano al crinale. Un cane abbaia al nostro passaggio, ma non ci badiamo molto, perché tutta la nostra attenzione è rivolta alla vista suggestiva delle antiche mura che incombono.
Riempiamo la borraccia alla fontana del paese e ci buttiamo in una discesa veloce e riposante. Un lungo rettilineo piacevole e poi un paio di curve strette e pericolose. In prossimità del fosso la strada è sempre viscida, durante l’inverno a volte ghiacciata. Meglio prestare la massima attenzione e non arrivare in velocità al punto più basso sul ponte. La salita a Francavilla d’Ete non è lunga e neanche impegnativa. Le colline coltivate sono un paesaggio sempre rassicurante.
Si scende ancora, questa volta verso il fondo della valle dell’Ete Morto, dove troviamo il bivio per San Rustico, che ci annuncia l’arrivo di una delle grandi fatiche della giornata. La salita di San Rustico arriva improvvisa. Due rampe terribili, intorno al 20%. Il controllo della bici è fondamentale. La ruota anteriore tende ad impennarsi. Lo sforzo si fa sentire e l’unica cosa che ci salva è la scarsa lunghezza di questi muri. La strada spiana nei pressi della chiesa, dove troviamo anche una fontana e approfittiamo per goderci la vista dei Sibillini oltre le colline.
A questo punto iniziamo a viaggiare per un lungo crinale che ci porta prima a Monte San Giusto, paese famoso per il suo Clown & Clown Festival, tanto da meritare l’appellativo di Città del sorriso, successivamente al centro calzaturiero di Montegranaro. Qui l’attenzione deve essere massima, visto che, anche se per poco, dobbiamo transitare nel traffico urbano.
Scendiamo ancora una volta verso il Fiume Ete Morto e dall’altra parte della Valle scorgiamo il profilo di Sant’Elpidio a Mare, borgo medioevale caratteristico, famoso per la sua rievocazione storica de La Contesa del Secchio, che si tiene in Estate. Il versante dall’Ete è sicuramente quello più impegnativo, in particolare la strada che andremo ad affrontare in questo itinerario.
Un semaforo per attraversare ancora la Mezzina, poi un incrocio pericoloso e ci immettiamo nella SP26 verso Casette d’Ete. Non arriviamo al centro abitato, perché subito dopo la fabbrica di lampadari svoltiamo seccamente a destra per prendere la famigerata Via 8 Marzo. Quasi due chilometri con pendenza media superiore al 10%. Un paio di punte al 14%. Una serie di tornanti stretti che si inerpicano su per il ripido versante. Quasi 200 metri di aumento di quota. Una bella salita che ricorda, in piccolo, alcune ben più famose strade di montagna, ma qui siamo a due passi dal mare…
In maniera abbastanza improvvisa la salita finisce. Comincia così una lunga e piacevole discesa che ci riporta fino al centro costiero di Porto Sant’elpidio. La vista del mare azzurro diventa sempre più dominante sulle colline verdi e in breve ci ritroviamo al punto di partenza, sicuramente stanchi e provati dagli sforzi fatti, ma con la soddisfazione per aver portato a termine un giro decisamente impegnativo.
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Interessante, ma forse chissà se è meglio girare al contrario? La salita di San Rustico l’ho fatta più volte ma in discesa. Mi hai incuriosito: domenica lo provo al contrario!
fammi sapere se ti è piaciuta, buone pedalate!