La valle dell’Ete Vivo: il mare e la campagna
La valle dell’Ete Vivo attraverso un itinerario cicloturistico alla portata di tutti. Dal mare di Porto San Giorgio alle colline di Servigliano per poi tornare di nuovo al mare. Nel mezzo un susseguirsi di colline, campi coltivati, borghi caratteristici, l’onnipresente sfondo dei Sibillini, il passaggio nel territorio urbano di Fermo. Salite mai difficili che permettono di godersi il panorama pedalando.
Tabella riassuntiva del percorso | |
Lunghezza | 70,2 km |
Aumento di quota stimato che significa? | 1070 m |
Quota minima | 9 m |
Quota massima | 317 m |
Pendenza massima | 10% |
Tabella chilometrica | tabella |
Traccia gpx tutorial | download |
Salite principali | |
Camera di Fermo | altimetria |
Ponzano | altimetria |
Monte Giberto | altimetria |
Montone di Fermo | altimetria |
Partenza da Marina Palmense, di fronte alla Chiesa di Santa Maria a Mare, presso il casello autostradale di Fermo-Porto san Giorgio. Il caos del traffico finisce subito, perché svoltiamo a destra e prendiamo una bella stradina di campagna che costeggia l’Ete Vivo. I primi chilometri sono praticamente pianeggianti e abbiamo modo di scaldare bene le gambe prima della salita.
Si comincia a salire dopo circa 3 chilometri. Lasciamo l’Ete Vivo sulla nostra destra. La pendenza rimane sempre dolce e non facciamo molta fatica mentre la vista si allarga sulla vallata alla nostra destra. Lungo questa strada la domenica mattina non è raro incontrare gli attori di uno sport tradizionale: la rutola, o ruzzola. Il traffico è pressoché assente. Un paio di aziende agrituristiche, qualche cane che abbaia, uno stagno verde sulla destra. Alcune curve e poi la splendida vista dei campi arati e degli ulivi. Allo svalico il panorama delle colline sterminate con i Sibillini che spuntano timidamente sullo sfondo.
Si scende verso l’Ete Vivo, che oggi attraverseremo moltissime volte. Il passaggio alla frazione Sacri Cuori con la sua bella Chiesa è piacevole. Un tratto di circa 3 chilometri di fondovalle, che richiede la massima attenzione alle auto, ci porta al ponte di Ete Caldarette, dove inizia la seconda salita della giornata.
L’ascesa verso Ponzano è una pedalata rilassante e meravigliosa. Nel primo tratto spesso gli alberi sono così fitti da ricoprire completamente la sede stradale. In Autunno con i primi raggi di sole obliqui si creano giochi di luce spettacolari. Poi si apre la vista sulla vallata a sinistra con il piccolo borgo di Torchiaro, che a volte sembra emergere dalla nebbia del mattino. Anche qui le pendenze sono dolci, con un paio di rampette all’8%. All’improvviso appare Ponzano, con dietro il Vettore, che sembra osservare il piccolo borgo con aria protettiva.
Entriamo nel paese. L’immancabile fontana è sulla destra. Una breve discesa ci porta presso la bellissima chiesa romanica di San Marco, dove regna il suggestivo gracchiare dei corvi che svolazzano intorno al campanile.
Iniziamo ancora a salire. Non fatichiamo molto, se si eccettua una piccola rampa al 10% che si fa sentire. Oramai gli alberi sono pochi e sulla sinistra osserviamo il profilo di Moregnano. Un paio di chilometri ed arriviamo al borgo di Monte Giberto, dove tutti i ciclisti si fermano a riempire la borraccia presso la comoda fontana sulla sinistra. Alla fine del paese i Sibillini appaiono in tutto il loro splendore e la loro grandiosità. Difficile non fermarsi a fare una foto. La discesa verso l’Ete Vivo è bella, veloce e rilassante. Occorre solo fare attenzione presso l’ultima curva a sinistra, dove l’asfalto è un po’ dissestato.
Superiamo il ponte e prendiamo a sinistra. Ci aspetta un tratto di strada che costeggia l’Ete Vivo per quasi 8 chilometri. Il segmento è pianeggiante, con diverse rampe isolate al 7-8%. La valle è piccola e bellissima. La luce del mattino non riesce a raggiungere il fondo valle, mentre i versanti delle colline sono già illuminati. La strada sembra a volte un tunnel con gli alberi che la ricoprono interamente. Intorno non si vedono paesi, ma solo colline e campagna con qualche casa.
Una tranquilla salita di 3 chilometri e siamo a Colle Clementino, frazione di Servigliano. Da qui si viaggia lungo il crinale fino a Belmonte Piceno. Questo tratto potrebbe essere molto più piacevole se il fondo stradale fosse decente. Comunque arriviamo al bel borgo, dove troviamo un paio di fontane e una vista spettacolare.
Inizia un caratteristico sali-scendi su crinale fino a Grottazzolina, con vista sulla valle del Tenna alla nostra sinistra. Abbiamo affrontato questo tratto anche in La valle del Tenna e la salita di San Procolo. Anche qui attraversiamo il centro storico, per poi scendere fino alla località Capparuccia, dove inizia l’ultima fatica della giornata. Saliamo alla località Montone, frazione di Fermo. Anche qui le pendenze sono dolci e possiamo godere dello spettacolo delle colline marchigiane intorno a noi. Presso San Girolamo, Fermo appare all’orizzonte. Dopo il GPM la strada diventa praticamente pianeggiante. Si viaggia sul crinale e ci si avvicina al colle del capoluogo di provincia.
Entriamo nel tratto urbano. Facendo attenzione giriamo attorno al centro storico e passiamo vicino alle Fonti di San Francesco da Paola, dove possiamo riempire la borraccia con acqua freschissima. Inizia qui la lunga discesa della Strada Castiglionese, che ci porterà di nuovo al fondo valle dell’Ete Vivo. La discesa è veloce, con il mare di Porto San Giorgio che fa da sfondo alle ultime colline. Qui il traffico può essere sostenuto e l’attenzione deve essere massima.
Arriviamo in località Salvano. Un ultimo tratto pianeggiante di un chilometro e mezzo e torniamo defaticando al punto di partenza.
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