Il Passo Fedaia da Caprile
Il Passo Fedaia affrontato dal versante più duro, quello Veneto, da Caprile. Una salita che inizia in modo relativamente dolce, per poi diventare sempre più dura fino alla fine. Intanto la mente corre al paesaggio e alla storia…
Tabella riassuntiva | |
Lunghezza | 12,68 km |
Aumento di quota | 1043 m |
Perdita di quota | 6 m |
Quota minima | 1014 m |
Quota massima | 2051 m |
Pendenza media | 8,2% |
Pendenza massima | 18% |
Ci sono luoghi che sono entrati nella leggenda per motivi diversi. Uno di questi è certamente il Passo Fedaia. Qui, particolarmente sul ghiacciaio della Marmolada, raggiungibile dal Passo, gli eserciti italiano ed austro-ungarico si sono affrontati per quasi tre anni durante la Grande Guerra, vivendo praticamente in gallerie scavate nel ghiaccio (a testimonianza di quel periodo è stato istituito il Museo della Grande Guerra). Qui negli anni 50 fu costruita una diga alla quota di 2000 metri per la produzione di energia idroelettrica e subito dopo un laboratorio specializzato per lo studio dei raggi cosmici, che poteva sfruttare la grande quantità di energia elettrica prodotta. Lungo questa salita, presso Malga Ciapela, parte la famosa funivia della Marmolada, che arriva a quota 3265 m. Un’esperienza per chi non ha particolari problemi con l’altezza!
Nel mondo del ciclismo questa salita è legata a una delle imprese più belle della storia del Giro d’Italia. Quella di Marco Pantani del 1998. Il Pirata scattò sul rettilineo di Malga Ciapela insieme a uno splendido Guerini, lasciando la maglia rosa Zuelle quasi piantato sui pedali a guardarli andare via con una leggerezza irreale. I due si impegnarono in una lunghissima fuga affrontando, oltre al Fedaia, anche il Passo Sella e arrivando al traguardo di Selva di Val Gardena uno, Guerini, con la vittoria di tappa e l’altro, il Pirata, con la maglia rosa e 4 minuti conquistati su Zuelle!
La descrizione. Non so se questa sia la salita più dura delle Dolomiti, ma sicuramente è la più difficile per me. L’ho affrontata diverse volte e ogni volta ne sono uscito letteralmente distrutto. L’unica salita paragonabile a questa della mia zona (le Marche) è la Laminox, ma non raggiunge, a mio parere, questo grado di difficoltà. L’ascesa al Passo Fedaia è caratterizzata da una grande complessità che la rende forse unica da queste parti. I primi 5 chilometri, fino al bel borgo di Sottoguda, sono facili, solamente con qualche picco al 10% all’inizio. Presso Sottoguda inizia la splendida e spettacolare gola dei Serrai, con le sue pareti rocciose alte centinaia di metri che arrivano quasi a toccarsi. Alla base il Torrente Pettorina e una piccola strada a pedaggio bellissima da percorrere in bici, quando non eccessivamente affollata. L’alternativa è la SP641 con la sua galleria. Il tratto dei Serrai, di un paio di chilometri, inizia a presentare pendenze importanti, ma è alla loro uscita, presso Malga Ciapela, che inizia la salita vera.
Da Malga Ciapela al Rifugio Capanna Bill sono quasi 3 chilometri di rettilineo con una pendenza media vicina al 12%. La punta massima è al 18%. Non c’è molto altro da dire. La strada è tutta davanti a te e ti guarda in faccia. Cerchi di rivolgere l’attenzione alle montagne in alto, oppure al metro successivo di strada, a testa bassa, per non venire colpito dalla visione totale del rettilineo e dall’enormità dello sforzo che occorrerà per percorrerlo. La bicicletta sembra non voler andare avanti, come se fosse frenata, ma alla fine raggiungiamo il primo tornante, presso la Capanna Bill.
“Qui inizia la salita”. Queste parole, sentite spesso dai ciclisti del posto, ti colpiscono come una mazzata, perché capisci che non è assolutamente finita. Ci aspettano ancora due chilometri e mezzo con pendenza sempre a doppia cifra, con un’altra punta al 18%. I tornanti però qui aiutano, almeno psicologicamente, e anche il panorama diventa più spettacolare. Voltandoci indietro presso le ultime curve percepiamo la grandiosità della valle e della strada costruita per percorrerla, oltre all’orgoglio per l’impresa che abbiamo portato a termine.
All’improvviso scolliniamo presso il Passo, con il Rifugio Fedaia sulla sinistra. La foto di rito, un piccolo tunnel e la meravigliosa vista sul lago e sulle montagne del Trentino si spalanca davanti a noi, come se si aprisse il sipario di un teatro. La Marmolada si erge in tutto il suo splendore e restiamo ad ammirarla per lunghi attimi, mentre la moltitudine di turisti, trasportati qui dai mezzi a motore, si preparano alla passeggiata, non potendosi godere appieno la sensazione della conquista che invece riempie noi, arrivati con le nostre forze, il nostro cuore e la nostra tenacia.
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