Fiastra: le Marche in una valle
Se c’è un luogo che incarna la bellezza dell’entroterra marchigiano questo è la valle del Fiastra. Panorami spettacolari di colline verdi, campi coltivati, la catena dei Sibillini sullo sfondo e meravigliosi borghi medioevali in cui il tempo sembra essersi fermato. Tutto questo in un itinerario non troppo impegnativo, tutto su strada asfaltata, all’insegna del cicloturismo nelle Marche.
Tabella riassuntiva del percorso | |
Lunghezza | 77,8 km |
Aumento di quota stimato che significa? | 1700 m |
Quota minima | 114 m |
Quota massima | 686 m |
Pendenza massima | 20% |
Tabella chilometrica | tabella |
Traccia gpx tutorial | download |
Salite principali | |
Ripe San Ginesio da Passo Ripe San Ginesio | altimetria |
Contrada Cerreto da SP78 | altimetria |
Gualdo da Contrada Scarchi | altimetria |
Il torrente Fiastrella nasce sul Monte di Montioli e, all’altezza di Ripe San Ginesio, prende il nome di Fiastra per andare a sfociare nel Chienti presso Corridonia. La sua vallata non è molto ampia, ma i suoi crinali sono veramente spettacolari, sia per le viste che regalano sia per i meravigliosi borghi che ospitano. Da un po’ di tempo pensavo di andare a visitare questi luoghi pedalando, così un bel sabato di Marzo carico la bici in auto e vado.
Parto dai parcheggi dell’Abbadia di Fiastra, che, con la sua riserva naturale, rappresenta uno dei luoghi più belli e ciclabili dell’intera regione. Facendo attenzione, mi immetto nella SP78 e percorro questa strada trafficata fino alla rotonda, dove svolto a destra per affrontare subito la prima salita di questa giornata, che lascerà veramente poco spazio alla pianura. L’ascesa verso Urbisaglia è molto facile, con pendenza sempre intorno al 5-6% e, presa in modo tranquillo, risulta un ottimo riscaldamento. Arrivo al borgo ed entro attraverso Porta Vittoria. Presto la strada spiana e mi appare la maestosa Rocca. Sono partito da poco, ma già mi fermo. La sosta per la foto è praticamente obbligatoria.
Riparto e presto ricomincio a salire lungo il crinale verso Colmurano. L’unica difficoltà è una rampa di qualche centinaio di metri intorno al 10%. Arrivando in prossimità del paese trovo con piacere una bella pista ciclabile che corre di fianco alla strada. Non è usuale trovare questo tipo di strutture nei comuni di crinale. Ovviamente la uso e mi godo la pedalata fino al centro, dove si ricomincia a scendere.
La discesa verso il fondo valle del Fiastra è bella e divertente. In pochi minuti raggiungo Passo Colmurano e la strada di fondovalle. La SP78 può essere pericolosa. Il traffico non manca e la strada non è molto larga. Anche se i numerosi autovelox non permettono alle auto di raggiungere velocità elevate è meglio fare attenzione e dotarsi di luci forti e intermittenti. Rendersi ben visibili non guasta mai.
Finalmente raggiungo il bivio e inizio l’ascesa verso Ripe San Ginesio. Sono quattro chilometri di salita, non difficile, ma con rampe impegnative dopo il centro abitato di Ripe. Nel primo tratto i tornanti sono numerosi e piacevoli, con la pendenza che non arriva mai al 10%. Il paese mi appare sulla destra e raggiungerlo è un vero piacere. Non ero mai stato qui e mi fermo ad osservare il borgo con la Torre Leonina. Ogni volta che visito un centro storico come questo mi meraviglio del fatto che qui, nelle Marche, sia uno dei tanti, mentre in altri contesti sarebbe sicuramente un monumento nazionale famoso.
Il punto più alto è più avanti. Affronto un paio di rampe abbondantemente sopra il 10% e la strada diventa stretta e silenziosa. Unici suoni il cinguettio degli uccellini e il motore di un trattore in lontananza. I Sibillini fanno bella mostra di sé sullo sfondo, mentre raggiungo il GPM di Collina Lagua presso un bivio. La vocazione cicloturistica di questa strada è stata messa in evidenza anche da Salite delle Marche , sito nostro amico e per molti aspetti vicino nella filosofia.
Inizia un tratto di poco più di due chilometri di tipici saliscendi, con discese corte e ripide alternate a altrettante rampe in salita. La prima di queste raggiunge una pendenza del 20%, ma riesco a superarla agevolmente grazie allo slancio preso in discesa. La faccenda sarebbe ben diversa non mollando i freni prima! Raggiungo la SP45, via Faleriense, e inizio a salire verso il meraviglioso borgo di San Ginesio.
L’ascesa è veramente tranquilla e pedalabile. La pendenza sempre intorno a 5-6%. Mi godo il panorama sulla valle del Fiastra e sui Sibillini. L’arrivo a San Ginesio è spettacolare. La magia delle antiche mura mi conquista. Entro attraverso Porta Picena e mi trovo sulla destra quella meraviglia chiamata Ospedale dei Pellegrini, o di San Paolo.
Continuo a salire sui sampietrini per le vie tortuose e mi ritrovo nella bella piazza. Purtroppo i segni dei terremoti del 2016 sono tuttora evidenti. Le impalcature e le opere di contenimento rivestono le torri e le chiese. Diversi vicoli non sono transitabili per motivi di sicurezza, ma il fascino di questo bellissimo borgo rimane, anche se assume oggi sfumature di malinconia e tristezza. Dopo la sosta d’obbligo al Bar Centrale, ben conosciuto dai ciclisti della zona, dove i libri e le divise in mostra lasciano intendere la passione per la bici del titolare, lascio San Ginesio, scendendo da Porta Ascarana.
La discesa verso la vallata del Fiastra è lunga, bella e divertente, anche se occorre fare attenzione a qualche tratto di asfalto non perfetto. Il panorama è sempre mozzafiato. Sulla sinistra il colle di San Ginesio, dove ero fino a pochi minuti prima, davanti a me la vallata e sullo sfondo a destra la sempre splendida catena dei Sibillini.
Un piccolo tratto di SP78 e poi svolto a destra al bivio per Gualdo. Attraverso un piccolo ponte e inizio a salire verso Contrada Cerreto. L’ascesa è mediamente impegnativa, con un paio di tornanti dove la pendenza raggiunge valori abbondantemente superiori al 10%. La pendenza media della salita comunque si attesta sul 7,1%.
Il valico si trova presso il bivio per la strada di Contrada Santa Maria Maddalena, che porterebbe direttamente a S. Angelo in Pontano. Io preferisco scendere sulla destra per andare ad affrontare la bella e impegnativa salita di Gualdo.
Supero un ponticello e inizia l’ascesa, presso Contrada Scarchi. Sono nel bosco. Il silenzio è totale ed inquietante. Subito le pendenze si fanno impegnative. Molte le rampe ben al di sopra del 10%. I tornanti sono spettacolari, come il panorama intorno. In poco più di due chilometri e mezzo saliamo per più di 200 metri, con una pendenza media che supera il 9%.
Presso la bella Chiesa Madonna delle Grazie la strada spiana e prendo a destra, attraverso i giardini pubblici, per raggiungere il centro di questo caratteristico borgo. Purtroppo anche qui le ferite lasciate dai terremoti sono evidenti. La punta del campanile adagiata a terra è una forte immagine che ammonisce a non sottovalutare mai la potenza della natura.
Lascio Gualdo e mi butto nella bella discesa che mi porta presso Contrada Contro, dove inizio ancora a salire, questa volta verso Sant’Angelo in Pontano. L’ascesa è pedalabile e piacevole. Mi godo il tipico paesaggio delle colline marchigiane: a sinistra i calanchi, sulla destra i campi coltivati. Dopo il valico di S. Maria Maddalena si ricomincia a scendere. La fontana di Santa Lucia, presso il bivio per S. Angelo in Pontano, è una delle più frequentate dai ciclisti della zona e in Estate è una sosta quasi obbligata.
Prendo a sinistra e continuo a scendere, mantenendo la destra al bivio successivo. Dopo un po’ ricomincio a salire verso Borgo San Lorenzo, dove inizia un tipico tratto di sali scendi che mi porta al bellissimo borgo di Loro Piceno. Le mura sono meravigliose e una foto è praticamente obbligatoria.
Ancora qualche chilometro di sali scendi e sono a Mogliano. Non posso fare a meno di fermarmi presso la famosa Via Immattonata, uno dei simboli di questo meraviglioso borgo. I suoi sampietrini mi guardano con un tono di sfida, come a chiedermi:«Vediamo se sei capace di arrivare in cima!». Per il momento lascio stare. Mi ripropongo di tornare, magari con la gravel, e mi butto nella discesa di Contrada Acquevive, facendo attenzione al fondo stradale non sempre perfetto.
La salita verso Petriolo è facile e piacevole. Al bivio vado a sinistra e mi ritrovo sul bellissimo e panoramico crinale di Strada della Collina, con i suoi prati verdi e la vista mozzafiato sui Sibillini e le colline circostanti.
Presto inizia la discesa sulla strada ombreggiata e ricca di uccellini che cinguettano. Sono tornato nella Riserva naturale dell’Abbadia di Fiastra e il mio giro per i caratteristici borghi di questa valle oggi è finito. Naturalmente non sarà l’ultimo!
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Ciao Fabio, percorso stupendo. Giro spesso da quelle parti e conosco ogni paese e ogni buca sulla strada. Da mogliano a petriolo ce ne sono così tante che non le ho memorizzate tutte bene
Non avresti potuto descrivere meglio questi luoghi. San ginesio in bici mi manca di solito partendo da civitanova faccio dietro front a colmurano. Esce un giro da circa 120 km per 2000 dsl.
Grazie Mauro. Anche io non vado spesso dalla costa a San Ginesio, perché i chilometri sono molti e il giro diventa impegnativo. Ma se ho tempo a disposizione…
Buone pedalate!