Piani di Ragnolo: la Laminox
Altimetria dell’ascesa più dura ai Piani di Ragnolo, quella che parte dalla fabbrica Laminox, presso la zona industriale di Callarella, vicino Sarnano. La fatica sarà veramente tanta, ma lo spettacolo del panorama in cima la ripagherà con gli interessi.
Tabella riassuntiva | |
Lunghezza | 11,65 km |
Aumento di quota | 970 m |
Perdita di quota | 3 m |
Quota minima | 542 m |
Quota massima | 1509 m |
Pendenza media | 8,3% |
Pendenza massima | 17% |
Tratto iniziale | 6,84 km |
Pendenza media tratto iniziale | 10,5% |
Si tratta della salita più difficile e impegnativa dei Sibillini, probabilmente dell’intera regione. Qualcuno la chiama “Piani di Ragnolo”, altri “San Liberato”, perché la affronta da Pian di Pieca, passando vicino al famoso monastero, ma tutti i ciclisti della zona capiscono se diciamo “la Laminox“. Infatti il bivio dalla SP78 Picena che porta a questo mostro appenninico si trova proprio di fianco alla fabbrica Laminox. Dopo qualche centinaio di metri, presso il bivio per Campanotico inizia il calvario.
La salita verso i Piani di Ragnolo è lunga quasi 12 km, la pendenza media è 8,3%. Da questi due dati potrebbe apparire non così impegnativa. Il problema è che non è costante. Per evidenziare questo ho voluto dividerla in due segmenti ideali. Il primo è lungo quasi 7 chilometri e la sua pendenza media è 10,5%! Fino al bivio per la Grotta di Soffiano abbiamo una serie di rampe durissime che si alternano a piccoli tratti quasi pianeggianti. Poi la pendenza si manterrà praticamente sempre a doppia cifra fino alla fine del segmento, al km 6,8. Ciò che caratterizza questo segmento è il susseguirsi dei tornanti, a volte strettissimi, che si inerpicano sul fianco della montagna. La presenza della fitta boscaglia ha l’effetto di lasciar scoprire poco il panorama sottostante, ma ci regala preziosi tratti ombreggiati che alleviano la fatica mostruosa. Il tratto più difficile è quello dei due tornanti in prossimità della Fonte Brunforte, dove troviamo anche un piccolo spiazzo, che consente di fare una sosta per bere e rifiatare. Qui si raggiunge la pendenza massima, 17%.
Raggiungiamo i primi prati e inizia il secondo segmento, caratterizzato da rettilinei con pendenze molto più abbordabili. Qui ci si può rilassare e salire osservando il panorama mozzafiato, fermandosi anche a fare foto o a respirare l’aria della montagna (nel primo tratto fermarsi è difficile, ripartire quasi impossibile). Dietro di noi tutta la fascia collinare marchigiana e la costa adriatica. A sinistra il Pizzo di Chioggia e i Sibillini. A destra il lago di Fiastra e le terre del Ducato di Camerino. Davanti a noi i Piani di Ragnolo, con i suoi bellissimi campi coltivati in alta quota.
Proseguiamo affrontando qualche rampa al 10% e rettilinei pedalabili fino allo scollinamento. Qui si apre una vista sui Sibillini ancora più spettacolare. Spicca la strada che da Pintura di Bolognola punta al rifugio del Fargno. E’ obbligatorio fermarsi per fare una foto e godersi la vista e il silenzio. Dopo l’Inferno, il Paradiso…
Finita questa bellissima salita si arriva al Valico di Santa Maria Maddalena, da dove possiamo scendere verso Sassotetto e poi a Sarnano, oppure puntare a Bolognola e successivamente verso il meraviglioso Lago di Fiastra. Ho proposto un mio itinerario alternativo in I Piani di Ragnolo: l’Inferno e il Paradiso .
Se ti è piaciuto questo articolo ti chiedo di condividerlo con i tuoi amici tramite i pulsanti social presenti qui sotto. In questo modo darai il tuo contributo alla crescita di questo blog. Grazie.