Macereto: l’altopiano incantato
Il percorso corto classico della Granfondo dei Sibillini. La salita non è mai durissima, ma i chilometri sono quasi 100 e il dislivello tutt’altro che scarso. Ciò che colpisce è la quantità di paesaggi diversi che ci si presenteranno lungo quasi tutto il percorso. Dolci colline, strade tagliate su versanti rocciosi, prati di alta montagna, antiche rocche costruite su cocuzzoli apparentemente irraggiungibili… e poi, Macereto, quel santuario magico sull’altopiano in mezzo al nulla…
Tabella riassuntiva del percorso | |
Lunghezza | 94,5 km |
Aumento di quota stimato che significa? | 1500 m |
Quota minima | 262 m |
Quota massima | 1015 m |
Pendenza massima | 11% |
Tabella chilometrica | tabella |
Traccia gpx tutorial | download |
Salite principali | |
Monastero da Pian di Pieca | altimetria |
Campobonomo da SP98 | altimetria |
La base di partenza è Caldarola, raggiungibile tramite la SS77 Valdichienti, uscita omonima. Il paese è piacevole, con diversi parcheggi, il suo famoso Castello Pallotta e il mitico Caffè Manzoni, storico luogo di incontro per le escursioni in mtb del Monti Azzurri Bike Team; praticamente obbligatoria una sosta per un caffè prima o dopo la pedalata. Purtroppo, in seguito al terremoto dell’estate-autunno 2016, il centro storico è diventato zona rossa e quindi inagibile e chiuso, ma spero che questa situazione cambi al più presto.
Prendiamo subito per Belforte del Chienti, poi per Camporotondo e infine per Sarnano, lungo un tratto perfetto per il riscaldamento, con un paio di salitelle del tutto pedalabili. In effetti si salirà sempre, fino a Macereto. Seguiremo il classico percorso corto della Gran fondo dei Sibillini.
A Pian di Pieca, subito dopo il bar alimentari sulla destra, si va per Fiastra e poco dopo inizia la bellissima strada che sale fino a Monastero. Percorrendo il taglio ricavato sul fianco della valle del Fiastrone, si può osservare per tutto il tempo il panorama che si estende a destra. La salita non è dura, se si esclude una piccola rampa all’11%, e al mattino la temperatura di solito è accettabile. Dopo Monastero si inizia a scendere. A un certo punto si attraversa una piccola galleria antifrana. È il posto giusto per fermarsi in prossimità di una delle grandi finestre per osservare la valle che si perde all’infinito nel silenzio totale.
Con una discesa a tratti tecnica si arriva al Lago di Fiastra, presso la diga, che costituisce il punto di partenza di molti escursionisti per il sentiero che arriva alle famose Lame Rosse. Costeggiamo il Lago ristorandoci con la serenità trasmessa dalle sue acque e con la sorgente d’acqua freschissima presso il km 29 sulla sinistra. Dopo San Lorenzo al Lago, dove si può combattere il caldo o un calo di zuccheri con un gelato, si va verso Fiastra, ma al primo tornante a sinistra ci buttiamo in discesa sulla destra, verso Fiegni.
La variante per Fiegni ci permette di evitare il traffico estivo di Fiastra e di attraversare un territorio bellissimo. Vale la pena di fare un piccolo stop alla Chiesa del Beato Ugolino e chiedere alla gentilissima signora di lasciarci entrare a dare un’occhiata. L’ultima volta che ho fatto questo percorso era novembre, i colori fantastici, le automobili assenti. Consiglio sempre di sfruttare le belle giornate di autunno, perché sono assolutamente le migliori per pedalare in queste zone.
Superato il centro abitato di Fiegni, con le sue strette stradine, si va per Fiastra, tornando sulla strada principale, la SP98. Dopo poco si prende a destra per Visso-Santuario di Macereto e iniziamo la salita di Campobonomo. Comincia qui il tratto più spettacolare di tutto il giro. La strada sale abbastanza regolarmente, l’asfalto è buono. Ai lati prati verdi intervallati da boschi. Uno scoiattolo scappa via impaurito…
Poco dopo l’agriturismo Le casette si gira a sinistra per Cupi. Non ci sono più gli alberi, e davanti a noi un rettilineo leggermente impegnativo ci guarda in faccia in mezzo al classico prato di alta montagna. Questo tipo di paesaggio ci accompagna fino al rifugio di Cupi. Una bella discesa con fondo stradale a volte sconnesso (attenzione!), poi ancora salita agevole e si arriva al Santuario di Macereto. Ogni volta che faccio questa strada e vedo apparire la sua figura rassicurante rimango sempre sorpreso, come se non creda fino alla fine che possa essere lì, ad aspettarmi in mezzo al nulla!
Superato Macereto e andando verso Visso, si apre davanti a noi l’altopiano con i suoi pascoli e la sua serenità. Siamo completamente fuori dal mondo e dal tempo; se non avessimo una bicicletta potremmo identificarci in un pastore di 1000 anni fa. Solamente le pale eoliche che vediamo in lontananza ci possono riportare al presente. Il silenzio, interrotto solo dal soffiare del vento, contribuisce a creare quell’atmosfera incantata che rende il nostro ultimo sguardo al santuario indimenticabile.
A questo punto l’incanto finisce. Ci buttiamo nella discesa che ci porta verso Appennino, veloce, tecnica e pericolosa. Si va per Macerata, fino ad immettersi nella SP209. Pedaliamo velocemente, con il rapportone fino a Maddalena di Muccia, lungo un tratto di strada ideale per mettersi a ruota di un gruppo di ciclisti; il traffico sostenuto, anche pesante, ci riporta alla realtà bruscamente, dopo la fiaba che abbiamo vissuto pochi minuti prima. Continuiamo così fino alla rotonda in prossimità dell’imbocco per la superstrada, poi la nostra strada diventa meno trafficata.
Subito dopo l’imbocco della superstrada di Camerino, prendiamo la vecchia statale, trovandoci sotto la bellissima Rocca di Varano. Il manto stradale risulta a volte rovinato, ma almeno il traffico di automobili è ridotto praticamente a zero. Attraversiamo frazioni oramai dimenticate dopo la costruzione della superstrada e non posso fare a meno di pensare a quanti luoghi non vediamo e quindi “non esistono più” per il nostro bisogno di spostarci nel tempo più breve possibile. Dopo Valcimarra ho inserito la variante a destra, in modo da costeggiare il Lago di Caccamo e osservarlo da un punto di vista poco usuale. Alla fine di una breve salita in mezzo agli ulivi, scenderemo a sinistra per imboccare l’ultimo tratto di strada che ci riporterà a Caldarola.
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