La Granfondo Michele Scarponi. Una giornata sotto il segno dell’Aquila
Michele Scarponi e il suo ricordo in occasione della Granfondo Strade Imbrecciate di Filottrano, da lui voluta e a lui intitolata. Una giornata meravigliosa per il ciclismo e il cicloturismo nelle Marche.
Ci sono giornate che ti restano dentro, indimenticabili, fatte di momenti di cui ricordi ciò che hai fatto nei minimi dettagli, i luoghi, le immagini, i rumori, gli odori. Ci sono giornate che, in qualche modo, ti cambiano la vita, o in cui percepisci chiaramente che per molte persone la vita non sarà mai più la stessa.
Il 22 Aprile 2017 era una giornata bellissima. Il cielo era terso e il sole splendeva ovunque. Era Sabato. Condizioni ideali per un’uscita in bicicletta. Ero partito di buon mattino per passare l’intera giornata pedalando sulle belle colline marchigiane fino ai Sibillini, che si mostravano più azzurri che mai. Improvvisamente il telefono squillò. Risposi e mio cugino mi disse cos’era successo. Ero tra Sant’Angelo in Pontano e Gualdo. Ricordo benissimo il punto preciso. A poche decine di chilometri di distanza Michele Scarponi aveva avuto un incidente. Il nostro campione non c’era più.
La notizia si propagava attraverso le colline marchigiane come l’onda sismica dei forti terremoti, frequenti in quel periodo e, come quella, da qualche parte faceva più danni che altrove. Qualcuno quella mattina non uscì in bicicletta, qualcuno appese la bici in garage e non uscì più. Incrociavo altri ciclisti. Un cenno, una parola e si abbassava la testa con tristezza, continuando a pedalare. Mi fermavo a un bar per mangiare qualcosa e le chiacchiere avevano un solo argomento. Michele, l’Aquila di Filottrano, il campione col sorriso aveva lasciato questo mondo e il ciclismo non sarebbe stato più come prima.

Il Monte San Vicino dal luogo dell’incidente. Chissà! Questa potrebbe essere stata l’ultima immagine negli occhi di Michele.
Non conoscevo personalmente Michele Scarponi. Mi ero però fatto un’idea della splendida persona che era in occasione della #Noi con Voi, manifestazione cicloturistica tenutasi nell’Ottobre 2016. Si partiva da Posta, vicino Amatrice, e si arrivava ad Ascoli Piceno, lungo la Salaria, per raccogliere fondi per la ricostruzione delle aree terremotate. Tra le celebrità presenti c’era anche Michele, che era partito dalla coda e aveva lentamente risalito tutto il gruppo, avendo una battuta praticamente per tutti i 700 partecipanti. La sua simpatia e la sua umiltà erano evidenti e avevano contribuito a rendere quella giornata, fatta di freddo, acqua e commozione, un momento davvero speciale ed indimenticabile.
Domenica 22 Aprile 2018. Il grande giorno della Granfondo Michele Scarponi Strade imbrecciate. L’alta pressione ci ha raggiunto qualche giorno fa e il tempo promette condizioni ideali per il ciclismo, esattamente come quel tragico giorno, un anno prima. Il numero degli iscritti sfiora i 2000. Filottrano è pronta e organizzata perfettamente per riceverli e per ricordare Michele. Ovunque palloncini e striscioni coi colori giallo e celeste, ovunque qualcosa che ricorda il campione. Io, come tanti altri, indosso senza pensarci un attimo la maglietta del pacco gara, la maglia dell’Astana, la squadra di cui Michele era il capitano.
Il corso principale di Filottrano è pieno. Tutti pronti per la partenza. Lo speaker legge le parole scritte dalla famiglia di Michele.
Michele ha voluto questa Granfondo, ha voluto portarvi sulle sue strade tra la sua gente… Michele ci manca Michele ci guarda Michele ci sta prendendo in giro…
L’ascolto di queste parole e il minuto di silenzio, durante i quali sotto gli occhiali sicuramente qualche lacrima è apparsa, nascosta, sono stati gli unici momenti commoventi di una giornata all’insegna dell’allegria e del piacere di pedalare in una terra meravigliosa, come probabilmente l’avrebbe voluta Lui.
Il resto è storia. Storia di una pedalata sulle colline marchigiane. Storia di chiacchierate con ciclisti venuti dalla Romagna per ricordare l’Aquila di Filottrano e che hanno avuto un assaggio della bellezza di questi luoghi e della ricchezza interiore delle persone. Storia delle salite verso i borghi di Castelbellino, Monteroberto, Maiolati Spontini, Cupramontana, Apiro. Storia di discese con panorami spettacolari, come il Lago di Castreccioni, presso Cingoli. Storia di grandi fatiche, come la lunga salita verso il Monte San Vicino, o degli impietosi saliscendi degli ultimi 50 chilometri, quando le gambe facevano male e iniziavo a odiare la bicicletta. In quei momenti, in cui ero restato da solo, pensavo a Lui – Michele ci sta prendendo in giro – e mi tornava il sorriso al pensiero che l’Aquila ci stesse osservando dall’alto divertendosi.
Una storia a parte è quella degli incontri con gli addetti ai ristori, persone sempre gentilissime e disponibili, sempre pronte alla battuta simpatica in perfetto stile Scarponi. Sembravano tutti – e sicuramente lo erano – amici di Michele, con la stessa voglia di scherzare e la stessa umanità. Indimenticabili la sosta ad Elcito, dove, presso questo meraviglioso borgo fuori dal tempo, un signore si è offerto di preparare il caffè a casa sua, e quella presso il GPM di Monte San Vicino, dove sembrava che nessuno volesse ripartire, preso dalla vista spettacolare sulla valle dell’Esino e dai panini col ciauscolo.
Insomma, una giornata bella sotto tutti i punti di vista, in cui l’Aquila di Filottrano è stata ricordata da tanta, tanta gente, senza retorica, in maniera serena e simpatica. Una giornata che è servita tra l’altro a far conoscere il nostro meraviglioso territorio, cosa che sicuramente Michele aveva in mente quando pensava alla realizzazione delle Strade imbrecciate.
Voglio concludere questo articolo con uno dei primi post della pagina Facebook di Pedalare con lentezza, pubblicato due settimane dopo l’incidente di Michele.
6 Maggio 2017
Ho salutato il mare e la spiaggia con le prime luci del mattino
Ho visto la campagna e i suoi campi verdissimi
Ho visto gli ulivi e le piante da frutto
Ho attraversato più di una dozzina di borghi meravigliosi
Molti di più ne ho visti sui colli in lontananza
Ho visto persone anziane che nella mia fantasia avevano i visi di leggende del ciclismo, ma che probabilmente prendevano la bici da giovani per andare a lavorare a 20 km di distanza, oppure per scappare da qualche soldato tedesco
Ho visto i bambini salutarmi dal bordo della strada
Ho pedalato tranquillamente lungo salite dolci e ho affrontato severe rampe al 15%
Ho sentito il profumo del mare, poi della campagna e poi ancora degli abeti, per tornare a sentire il mare al ritorno
Ho visto la distruzione provocata dal terremoto presso i Sibillini
Ho provato il caldo del sole e il freddo della pioggia
Ho visto il mare, ho accarezzato la montagna e dopo averla salutata sono tornato al mare
Tutto questo ho provato… in mezza giornata
Questa è la mia terra, dolce e accogliente, a volte spietata, ma sempre meravigliosa
Dimenticavo… avevo un nastro celeste che tenevo sulla bici dal 22 Aprile. Mi sono accorto a un certo punto di non averlo più. Subito mi è dispiaciuto, poi ne sono stato felice. Mi piace pensare che lungo la discesa dalla montagna si sia sciolto e sia volato via… come un’Aquila…
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R.I.P. Aquila!