Il Muro di Ortezzano
A Ortezzano troviamo uno tra i più famosi muri dell’area marchigiana. La zona del fermano e del maceratese infatti presenta una moltitudine di questo tipo di salite, corte e con pendenze quasi impossibili da scalare, che qui chiamiamo appunto “muri” o “coste”. La fatica sarà immensa, la soddisfazione ancora più grande…
Tabella riassuntiva | |
Lunghezza | 0,74 km |
Aumento di quota | 92 m |
Perdita di quota | 0 m |
Quota minima | 218 m |
Quota massima | 310 m |
Pendenza media | 12,4% |
Pendenza massima | 21% |
Su una collina in sinistra idrografica della Valle dell’Aso si erge il piccolo borgo di Ortezzano. Il paese, di origini antichissime, è famoso per la sua torre a base pentagonale e per alcune manifestazioni che si tengono nel periodo estivo, in particolare il Leccabaffi e la Festa del vino.
Nel mondo del ciclismo però la sua fama è legata all’arrivo della tappa della Tirreno-Adriatico del 2001. L’arrivo era posto subito dopo questa salita, nel centro storico. L’olandese Boogerd tagliò per primo il traguardo e affermò di non aver mai scalato un muro più difficile. Così nacque ufficialmente il “Muro di Ortezzano”. Oggi un cartello ne indica l’esistenza già dalla SP238 Valdaso. In realtà il cartello è girato verso il mare, quasi a sconsigliare di avventurarsi verso la terribile salita.
Ci si inoltra per via Calcara, una stradina tranquilla, in mezzo ai campi coltivati e gli alberi da frutto, che non fa assolutamente presagire l’inferno che ci attende. Le auto sono praticamente assenti, il silenzio è totale. Il bel borgo di Ortezzano ci guarda dall’alto, sempre più vicino e ci chiediamo come sarà possibile raggiungerlo in cosi poca distanza.
Arriviamo alla porta del Muro. Un cartello ci ricorda le caratteristiche della salita. Lunghezza 600 metri, pendenza 20%. Siamo ancora in tempo per tornare indietro, ma oggi siamo decisi, le gambe stanno bene. Abbassiamo la testa, mettiamo il rapporto più agile e partiamo.
Subito un tratto al 14% che si fa sentire bene, ma è solo un avvertimento. Successivamente la strada spiana per qualche decina di metri, dandoci modo di tirare il fiato in preparazione del vero e proprio inferno che sta per arrivare. Sulla destra c’è una bellissima fontana, ma resistiamo alla tentazione di fermarci. Ci attendono 300 metri di cui i primi 70 con pendenza quasi 18% e il resto quasi 21%. La situazione è complicata dal fatto che la strada non è dritta, ma presenta un paio di tornanti. Risulta quindi difficile mantenere l’equilibrio, restando in punta di sella per evitare che la ruota anteriore si stacchi da terra.
Dopo pochi ma interminabili minuti finisce il calvario e ci ritroviamo di fianco alla chiesa, con le pulsazioni al massimo, il fiato corto, il sudore che scorre, ma con la grandissima soddisfazione di aver superato il famigerato Muro di Ortezzano.
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