I Piani di Ragnolo: l’Inferno e il Paradiso
I Piani di Ragnolo raggiunti attraverso la via più impegnativa. Lunghi tratti dalle pendenze infernali per arrivare al paradiso di uno dei luoghi più spettacolari dei Sibillini. Nel finale una variante atipica, la bella salita su “strada bianca” da Sarnano a Garulla.
Tabella riassuntiva del percorso | |
Lunghezza | 76,3 km |
Aumento di quota stimato che significa? | 2000 m |
Quota minima | 447 m |
Quota massima | 1509 m |
Pendenza massima | 17% |
Tabella chilometrica | tabella |
Traccia gpx tutorial | download |
Salite principali | |
Piani di Ragnolo da Callarella (Sarnano) | altimetria |
Garulla Inferiore da Sarnano | altimetria |
Per questo itinerario molto impegnativo ho fissato la partenza a Comunanza, base ideale per il cicloturismo nei Sibillini. La prima facile salita verso Casa Tasso è una sorta di riscaldamento. La giornata sarà difficile, quindi non è il caso di sforzarsi tanto qui. Mentre proseguiamo per Amandola davanti a noi appaiono le cime dei Sibillini che andremo ad affrontare più tardi. I Piani di Ragnolo sono proprio dietro quei picchi e ci aspettano.
Superata Amandola affrontiamo la prima fatica della giornata: la salita al valico Rustici. Sono circa 2,5 chilometri facili da pedalare, con le ultime centinaia di metri al 9%. Proprio in prossimità del valico c’è la famosa fontana di Rustici, conosciuta da tutti i ciclisti della zona. La discesa è tranquilla, anche se occorre fare attenzione al fondo stradale, a volte pericoloso. Dopo una curva secca a sinistra affrontiamo lo strappo di Cardagnano per poi scivolare via lungo un rettilineo che ci porta in vista del caratteristico borgo di Sarnano.
Una breve e facile salita e raggiungiamo il paese. Sulla sinistra troviamo una fonte di acqua freschissima che in pratica costituisce l’ultimo rifornimento possibile prima della terribile ascesa ai Piani di Ragnolo. Dopo lo scollinamento inizia un tratto misto di discesa e poi leggera salita che ci porta presso la zona industriale di Callarella. Giriamo a Sinistra (attenzione!) presso la fabbrica Laminox e dopo qualche centinaio di metri, al bivio per Campanotico, troviamo la Porta dell’Inferno.
La salita verso i Piani di Ragnolo è lunga quasi 12 km, la pendenza media è 8,3%. Da questi due dati potrebbe apparire non molto impegnativa. Il problema è che non è costante. Per evidenziare questo ho voluto dividerla in due segmenti ideali. Il primo è lungo quasi 7 chilometri e la sua pendenza media è 10,5%! Fino al bivio per la Grotta di Soffiano abbiamo una serie di rampe durissime che si alternano a piccoli tratti quasi pianeggianti. Poi la pendenza si manterrà praticamente sempre a doppia cifra fino alla fine del segmento, al km 6,8. Ciò che caratterizza questo segmento è il susseguirsi dei tornanti, a volte strettissimi, che si inerpicano sul fianco della montagna. La presenza della fitta boscaglia ha l’effetto di lasciar scoprire poco il panorama sottostante, ma ci regala preziosi tratti ombreggiati che alleviano la fatica mostruosa. Il tratto più difficile è quello dei tornanti in prossimità della fonte Brunforte, dove troviamo anche un piccolo spiazzo, che consente di fare una piccola sosta per bere e rifiatare. Qui si raggiunge la pendenza massima, 17%.
Raggiungiamo i primi prati e inizia il secondo segmento, caratterizzato da rettilinei con pendenze molto più abbordabili. Qui ci si può rilassare e salire osservando il panorama mozzafiato, fermandosi anche a fare foto o a respirare l’aria della montagna (nel primo tratto fermarsi è difficile, ripartire quasi impossibile). Dietro di noi tutta la fascia collinare marchigiana e la costa adriatica. A sinistra il Pizzo di Chioggia e i Sibillini. A destra il lago di Fiastra e le terre del Ducato di Camerino. Davanti a noi i Piani di Ragnolo, con i suoi bellissimi campi coltivati in alta quota.
Proseguiamo affrontando qualche rampa al 10% e rettilinei pedalabili fino allo scollinamento. Qui si apre una vista sui Sibillini ancora più spettacolare. Spicca la strada che da Pintura di Bolognola punta al rifugio del Fargno. E’ obbligatorio fermarsi per fare una foto e godersi la vista e il silenzio. Dopo l’Inferno, il Paradiso…
La discesa verso Sarnano, dopo il Valico di Santa Maria Maddalena, è lunga, tecnica e meravigliosa. Occorre fare attenzione solo al fondo stradale un po’ dissestato fino al bivio di Sassotetto, poi l’asfalto diventa ottimo. Una breve sosta alla Fonte dei Brilli e si riparte. A questo punto ho voluto inserire una variante che comprende l’ascesa alla località Garulla. Questa strada è caratterizzata dal fondo fortemente dissestato, tanto da diventare praticamente una “strada bianca”. Chi non vuole affrontare questo tipo di strada può tranquillamente ripercorrere al contrario la via dell’andata, da Sarnano verso il Passo Rustici (salita di circa 3 chilometri pedalabile con pendenza intorno al 9% nel tratto iniziale), poi Amandola per arrivare a Comunanza.
La salita per Garulla è bella, molto discontinua nei primi 3,5 chilometri, poi con una pendenza stabile poco sotto il 10% nell’ultimo chilometro e mezzo. Si passa in mezzo al bosco, con tratti in cui il panorama si apre sulla montagna che si eleva subito a destra. La pendenza massima, 15%, si raggiunge subito dopo il piccolo centro abitato di Bisio. La caratteristica di questa salita è il fondo stradale. Un tempo era asfaltato, ma poi si è rovinato fino ad assumere l’aspetto della strada bianca. Salire con la bicicletta da corsa è possibile, ma occorre prestare la massima attenzione per mantenere l’equilibrio. Le automobili sono veramente poche e questo aiuta.
Scolliniamo a Garulla Inferiore, presso una fontana con acqua freschissima e prendiamo la strada ben asfaltata per Amandola. La discesa è tecnica e molto piacevole, con un’infinità di curve che si susseguono senza sosta. Anche qui il panorama è notevole.
Dopo la discesa e un tratto misto presso Case Innamorati, inizia la salita verso il meraviglioso borgo di Montefortino, dove vale la pena fermarsi a scattare qualche foto e a rifocillarsi al bar. Si ritorna a Comunanza passando per le località Bussonico e Baldoni, lungo il percorso già descritto in Il respiro della montagna. La Sibilla e Isola San Biagio.
Alla fine avremo percorso meno di 80 chilometri, ma il dislivello totale sarà di circa 2000 metri. Saremo sicuramente stanchi, ma con la bella sensazione di aver superato l’Inferno per vedere un angolo del Paradiso.
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