I prati di Ragnolo
I Piani di Ragnolo raggiunti in un itinerario completamente su asfalto, comprendente la salita più agevole, quella da Acquacanina. Strade silenziose, passaggi dentro borghi suggestivi e abbandonati, viste su rocche e resti di antiche fortezze, panorami mozzafiato sui Sibillini e sulle colline fino al mare. Ma ciò che rimarrà nel cuore saranno sicuramente i prati battuti dal vento intorno al Monte Ragnolo.
Tabella riassuntiva del percorso | |
Lunghezza | 82,7 km |
Aumento di quota stimato che significa? | 1800 m |
Quota minima | 294 m |
Quota massima | 1509 m |
Pendenza massima | 12% |
Tabella chilometrica | tabella |
Traccia gpx tutorial | download |
Salite principali | |
Campobonomo da Pievebovigliana | altimetria |
Piani di Ragnolo da Acquacanina | altimetria |
L’altopiano chiamato Piani di Ragnolo è senza dubbio uno dei luoghi più belli e spettacolari della catena dei Monti Sibillini. La vista spazia a 360 gradi dai suoi prati su tutta la catena dei Sibillini e sulle colline fino al mare Adriatico. Rispetto ad altri luoghi dell’area montuosa umbro-marchigiana, questo ha una caratteristica speciale: è facilmente raggiungibile. Oltre ai sentieri e le strade brecciate, abbiamo infatti ben quattro vie asfaltate che portano ai Piani di Ragnolo. La più dura è senza dubbio la salita da Campanotico o da San Liberato, che si riuniscono in quel mostro appenninico che i ciclisti della zona chiamano Laminox. La più famosa è la salita che da Sarnano passa per Sassotetto e arriva al valico di Santa Maria Maddalena, poco sotto. Poi c’è il versante Ovest, quello del Torrente Fiastrone. La salita parte da San Lorenzo al Lago, presso il Lago di Fiastra, e arriva sempre al valico di Santa M. Maddalena passando per Bolognola e Pintura. Una quarta strada, che è quella che affrontiamo in questo itinerario, parte dalle fonti di Acquacanina per arrivare proprio all’altopiano di Ragnolo.

La fine del tratto duro della Laminox, prima dell’incrocio con la strada proveniente da Acquacanina, presso i Piani di Ragnolo
La partenza è fissata a Caldarola, borgo medioevale famoso per i suoi castelli, primo tra tutti il Castello Pallotta. Purtroppo il terremoto del 2016 ha provocato grandissimi danni qui. Il castello non può ancora essere visitato e il borgo è tuttora inagibile, ma le attività sono di nuovo aperte ed è sempre un piacere partire da qui per un giro in bici, salutando gli amici della A.S.D. monti Azzurri.
Prendiamo la strada verso il Lago di Caccamo, ma poco prima della località omonima svoltiamo a sinistra. Passiamo sotto il borgo di Pievefavera per costeggiare il lago lungo la sponda destra, più tranquilla dell’altra. Il passaggio sotto il viadotto della superstrada è degno di attenzione perché siamo in discesa, in curva, con il brecciolino insidioso. Prendiamo così quella che una volta era la SS77, la vecchia strada che portava a Roma, prima della realizzazione della superstrada, che con i suoi viadotti e gallerie permette oggi di passare dalla costa marchigiana a Foligno in poco più di un’ora, al prezzo di perdersi scorci eccezionali, che oggi pochi conoscono. Attraversiamo Valcimarra, Bistocco, Campolarzo, borghi oramai abbandonati, un tempo vivi luoghi di passaggio per innumerevoli viaggiatori. Torri, rocche, resti di antiche fortezze affiancate da moderni tralicci della linea elettrica ci osservano, testimoniando un’epoca antica in cui il tempo scorreva diversamente e il Ducato di Camerino qui era padrone. La Rocca di Varano rappresenta senza dubbio lo scorcio più suggestivo.
A Polverina prendiamo a sinistra e poi subito a destra, per costeggiare l’omonimo lago in sponda destra. La strada principale sulla sponda sinistra, come tutta la vecchia SS77, può essere oramai considerata una ciclovia, ma quest’altra variante è secondo me più bella e panoramica. Subito dopo il lago, sulla destra ci appare il Castello di Beldiletto. Subito dopo prendiamo la SP99 e iniziamo la prima ascesa della giornata: Campobonomo.
Attraversiamo tranquillamente il borgo di Pievebovigliana, dove non possiamo fare a meno di notare le orribili ferite provocate dal terremoto, mentre riempiamo la borraccia con la fresca acqua della fontana in piazza.
Fino a Fiordimonte si sale dolcemente. Le pendenze sono veramente facili, sempre intorno al 3%, praticamente un falsopiano. Poi la musica cambia e inizia la salita vera. Si sale con bei tornanti e con pendenze che comunque non vanno molto oltre il 10%. La vista si allarga sempre di più sulle colline verdi circostanti. Il silenzio è totale. Superiamo la frazione di S. Ilario e arriviamo al GPM, presso l’agriturismo Le Casette. A destra si andrebbe per Cupi e la bella strada per Macereto. Noi ci gettiamo a sinistra, nella spettacolare discesa per Fiastra.
Superiamo il borgo e scendiamo ancora fino a San Lorenzo, sulle rive del famoso Lago di Fiastra. Qui una sosta presso uno dei bar della zona è praticamente obbligatoria, prima di andare ad affrontare il principale sforzo della giornata: la salita ai Piani di Ragnolo, che inizia presso le famose fonti di acqua freschissima di Acquacanina, di cui ho parlato in Le sette migliori fontanelle dei Sibillini… e altre ancora.
Questa è la più facile e forse la più bella via per raggiungere la sommità dei Piani di Ragnolo e il Valico di Santa Maria Maddalena. Meglio però non sottovalutarla. Sono comunque quasi 12 chilometri di ascesa, con varie punte di pendenza a doppia cifra. La prima parte è la più difficile, con tornanti e pendenze superiori al 10%, ma con un buon fondo stradale. In pochi minuti la quota aumenta e riusciamo ad osservare la strada per Bolognola molto più in basso. Siamo circondati dal bosco e non è raro incontrare un capriolo da queste parti.
Poi finiscono i tornanti e spariscono gli alberi. Il fondo stradale peggiora sensibilmente, diventando a volte sconnesso, ma comunque transitabile anche in bici da corsa. Inizia un rettilineo di circa due chilometri, che sotto il sole estivo può apparire interminabile. Tutto è coperto dal prato verde. Nella stagione calda il giallo è il colore dominante. Una lepre si riposa sulla strada, per scappare via velocissima vedendoci arrivare.
Nel silenzio totale arriviamo al bivio per San Liberato, dove la nostra strada e la Laminox confluiscono. Il tratto finale, fino al GPM è lo stesso. L’altopiano di Ragnolo raggiunge il massimo della sua bellezza e della sua spettacolarità. La vista spazia e l’orizzonte appare lontanissimo. Le pendenze sono quasi sempre dolci ed è difficile non fermarsi per catturare immagini meravigliose di questo paesaggio così suggestivo e grandioso.
Scendiamo prima presso il Valico di Santa Maria Maddalena. Poi affrontiamo la divertentissima e tecnica discesa di Sassotetto. Si possono raggiungere velocità elevate. Il fondo stradale è praticamente perfetto. Occorre solo non farsi distrarre troppo dalla vista, che arriva fino al mare. Raggiungiamo la famosa Fonte dei Brilli, alle porte di Sarnano, dove riempiamo ancora la borraccia, prima di affrontare un tratto di saliscendi con cui arriviamo a Pian di Pieca.
Proseguiamo verso Nord. Presso Maregnano svoltiamo a sinistra per Cessapalombo. Una piccola discesa, poi si sale verso il borgo, che mostra purtroppo i segni degli eventi sismici, che hanno colpito duramente tutta la zona. Ancora una discesetta e poi l’ultima asperità, con cui superiamo la località di Colbottoni. Affrontiamo infine la discesa tra i boschi con cui torniamo al punto di partenza.
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