Sellaronda. Almeno una volta nella vita
La descrizione del Sellaronda, il giro del Gruppo Sella, in bicicletta da Canazei. Un percorso spettacolare che qualsiasi ciclista dovrebbe godersi almeno una volta. La fatica dell’ascesa ai quattro passi, le discese divertenti, il caldo del sole e il freddo del vento, l’azzurro del cielo e il verde dei prati, la maestosità delle Dolomiti, la tranquillità dei pascoli di montagna. La soddisfazione dell’impresa. Tutto questo è Sellaronda.
Tabella riassuntiva del percorso | |
Lunghezza | 62 km |
Aumento di quota stimato che significa? | 2000 m |
Quota minima | 1448 m |
Quota massima | 2243 m |
Pendenza massima | 11% |
Tabella chilometrica | tabella |
Salite principali | |
Passo Sella da Canazei | altimetria |
Passo Gardena da Bivio Passo Sella | altimetria |
Passo Campolongo da Corvara | altimetria |
Passo Pordoi da Arabba | altimetria |
Sellaronda è una parola che evoca in tutti i ciclisti emozioni ed immagini che sfiorano il mito e la leggenda. Tanti lo sognano, molti lo hanno fatto (magari partecipando alla bellissima Maratona dles Dolomites), tutti lo conoscono. Sellaronda vuol dire giro attorno al gruppo montuoso del Sella, uno dei luoghi più panoramici e spettacolari delle Dolomiti. Sellaronda significa superare 2000 metri di dislivello in poco più di 60 chilometri. Sellaronda significa anche affrontare salite leggendarie e cariche di storia come il Passo Pordoi. Sellaronda significa poter conservare nell’anima la consapevolezza di aver portato a termine un’impresa che la maggior parte dei ciclisti di tutto il mondo sogna di realizzare almeno una volta nella vita.
Io ho avuto la fortuna di percorrere il Sellaronda diverse volte, sia in senso orario che in senso antiorario, partendo da diverse località. In questo articolo descriverò la combinazione che ritengo migliore. Partenza da Canazei e giro in senso orario. Ciò permette di affrontare l’intera salita del Passo Sella dal versante più bello e di trovarsi il mitico Passo Pordoi come ascesa finale. Una delle caratteristiche del Sellaronda è la complessità della sua altimetria. Mi rifiuto di presentarlo come una serie anonima di quattro salite e quattro discese alternate. Ogni salita, ogni passo, ha una sua identità e caratteristiche differenti, così ho ribattezzato i quattro passi con dei nomignoli che mi sono venuti in mente mentre li affrontavo l’ultima volta, in una bella giornata di Settembre.
Passo Sella. Il Magnifico
Il Passo Sella è il più spettacolare e il più impegnativo, quello che ci offre la vista migliore sul gruppo montuoso, anche perché battuto dal sole del mattino. In realtà i primi sei chilometri sono su strada ombreggiata e poco panoramica. Poi, dopo aver girato a sinistra al bivio Sella/Pordoi, iniziamo a vedere la montagna illuminata. Affrontiamo la salita più impegnativa del Sellaronda e raggiungiamo il punto più alto del percorso.
Quasi 800 metri di aumento di quota su circa 11 chilometri di salita. Pendenza media intorno al 7%, massima 11%. Alla fine non ci ricorderemo di questi dati, ma delle viste mozzafiato, del cielo azzurro che si staglia sopra i giganteschi torrioni di roccia e del senso di conquista che abbiamo provato raggiungendo il passo con le nostre forze, ammirati dalla moltitudine di turisti arrivati con moto o auto. Anche la discesa verso il bivio per Selva di Val Gardena è spettacolare e ci costringe a fermarci un paio di volte per scattare qualche foto.
Passo Gardena. Il Gelido
Probabilmente è il tratto che mi piace meno del Sellaronda. Il versante della Val Gardena è praticamente sempre all’ombra. Inoltre c’è una piccola ma fredda discesa prima di affrontare il tratto finale e più impegnativo per raggiungere il passo. Non c’è il sole e la montagna incombe su di noi alla nostra destra, con la pietraia che sembra essere sempre sul punto di franare e trascinarci nel baratro.
Le gambe si raffreddano e diventa più ostica l’ascesa al Passo Gardena, che altrimenti non presenterebbe grandi difficoltà. Il freddo comunque è ampiamente ripagato dalla vista sul tratto percorso, che appare grandiosa e terribile. Dopo lo scollinamento la Val Badia ci accoglie con una discesa lunga e divertente che ci porta prima a Colfosco e infine a Corvara.
Passo Campolongo. Lo Scorbutico
Poco più di 300 metri di dislivello, meno di 6 chilometri, altezza massima 1876 m. Sembrerebbe il più facile dei quattro passi del Sellaronda. Tuttavia ho imparato a non sottovalutare il Campolongo, che ho battezzato lo scorbutico per la sua natura nervosa, principalmente nel primo segmento.
La prima metà della salita è caratterizzata da tornanti impegnativi, con frequenti punti di pendenza all’11%. Poi, dopo aver superato questo tratto, le pendenze si addolciscono e anche il paesaggio sembra diventare più accogliente, con prati verdi e mucche al pascolo. Sembra quasi che la montagna ci premi per aver sopportato e domato quelle iniziali curve ripide e strette. Arriviamo così al valico rilassati e pronti per affrontare la spettacolare e veloce discesa su Arabba. Nell’ultimo tratto della discesa osserviamo la bella località veneta e di fronte a noi la mitica strada del passo Pordoi che ci aspetta.
Passo Pordoi. Il Tranquillo
Il Sellaronda volge al termine. Rimane l’ultima fatica, il Passo Pordoi. Di solito prima di affrontarlo mi fermo a fare colazione in uno dei molti bar di Arabba, poi prendo l’acqua alla fontana e mi dilungo un po’, quasi per prolungare l’attesa e far crescere il piacere di scalare il passo più leggendario. Questa è senza dubbio la salita di Fausto Coppi, che qui realizzò alcune delle sue mitiche fughe solitarie. L’ascesa è estremamente regolare e piacevole. La strada è un nastro grigio che si srotola su per i fianchi erbosi della montagna.
Ho chiamato questo passo il Tranquillo per via della sua regolarità e del senso di pace che mi danno i suoi numerosissimi tornanti in mezzo ai pascoli. Come tutti i tranquilli però, anche lui può arrabbiarsi e riservarci delle sorprese. A volte il vento gelido, il caldo del sole o la stanchezza accumulata possono giocare brutti scherzi e rendere l’ascesa tutt’altro che facile. Arrivati in cima ci voltiamo indietro e osserviamo tutta (proprio tutta!) la strada che abbiamo fatto e un senso di conquista ci sopraffà, ma dura poco… Il monumento a Fausto Coppi, il campionissimo, ci riporta con i piedi per terra, ricordandoci che da queste parti il Re sarà per sempre lui.
La bella discesa, panoramica e spettacolare, ci riporta verso Canazei e verso la fine del sogno chiamato Sellaronda.
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Speriamo di farlo l’anno prossimo! Complimenti per le bellissime foto 🙂
Grazie Manuela. Poi ci racconterai…
Complimenti ,per ottima e precisa descrizione, fatta in modo precisa e illustrata superbamente…grazie .italo giannina, prossimamente visione giro in bici ,per poi farlo a piedi con amici …
Ti ringrazio. Io purtroppo non so quando potrò rifarlo. E’ un po’ fuori mano per me…
Bellissimo, in quale periodo lo hai percorso?
Grazie. Nella prima settimana di Settembre.
Ciao, bellissimo il tuo racconto! Sembra di essere la…
Io dovrei farlo il 18 settembre… ma non mi sento preparata ad affrontarlo!
Non è molto che ho ripreso la bici ed il tempo è davvero poco per dedicarmici.
Hai qualche consiglio?
Grazie mille
Grazie.
L’unico consiglio che mi sento di darti è di non forzare mai sulla prima salita. Il Passo Sella è meraviglioso e se ci si sente bene i suoi tornanti invogliano a rilanciare. Meglio preservare le gambe, perché di dislivello ne avremo ancora tanto da fare.
Buone pedalate!
Molto bello il racconto, mi rende ancora più carico per il Bike Day di domani!
Prima volta che lo faccio e verosimilmente la prima di una lunga serie, da ciclista recentemente trasferitosi per lavoro in Alto Adige (no, purtroppo non faccio il ciclista di lavoro).´
Grazie mille!
Grazie. Io invece purtroppo sono un po’ lontano. Non so quando potrò rifarlo ancora, ma ricordo sempre con piacere quei luoghi meravigliosi.
In bocca al lupo!