Il respiro della montagna. La Sibilla e Isola San Biagio
Uno dei giri più spettacolari in area Sibillini. Affronteremo l’unica strada asfaltata del monte Sibilla. Lunghezza totale e dislivello rimangono contenuti, ma la salita principale non è da prendere sottogamba; la quota massima raggiunta è di circa 1000 m, ma la sensazione è quella di essere in alta montagna, con strade non molto larghe, panorami mozzafiato e soprattutto il silenzio…
Tabella riassuntiva del percorso | |
Lunghezza | 40,9 km |
Aumento di quota stimato che significa? | 1000 m |
Quota minima | 442 m |
Quota massima | 981 m |
Pendenza massima | 13% |
Tabella chilometrica | tabella |
Traccia gpx tutorial | download |
Salite principali | |
Isola San Biagio versante Montefortino | altimetria |
Per il mio giro in zona Sibilla, ho fissato la partenza a Comunanza, perché è un posto facilmente raggiungibile (dalla costa basta percorrere la SP 238 Valdaso, da Ascoli Piceno la SS salaria, con collegamento nei pressi di Mozzano per Roccafluvione) e perché offre la possibilità di un tratto di riscaldamento fino ad Amandola e un tratto finale defaticante.
Dal punto di partenza fino ad Amandola abbiamo sostanzialmente dei sali-scendi senza asperità di rilievo. Se fatti senza forzare questi chilometri iniziali possono costituire un ottimo riscaldamento. Poco prima di arrivare a Montefortino, subito dopo il distributore a destra, prendiamo la strada per località Ambro e poi a sinistra per Rubbiano-Isola San Biagio (attenzione alle auto che arrivano dal senso opposto anche a velocità sostenuta e che rimangono nascoste fino alla fine poiché c’è una curva). Qui, o meglio, poco più avanti, inizia la salita del giorno. Non è lunghissima, ma presenta tratti impegnativi, ripagati appieno dalla bellezza del paesaggio e dalla sensazione di essere fuori dal tempo.
Poco dopo l’inizio della salita possiamo già osservare sulla sinistra Montefortino da un’angolazione poco conosciuta, perché anche chi frequenta queste zone difficilmente avrà percorso questa strada, che rimane comunque poco trafficata. In piena estate, nei giorni festivi è possibile incontrare qualche auto piena di turisti che ti guardano con ammirazione scalare fuori sella i tornanti, dove l’autista è costretto a inserire la seconda marcia.
Il panorama si fa sempre più esteso e l’asfalto corre sempre più lento sotto le ruote, mentre, per distogliere la mente dalla sofferenza, osserviamo gli asini e le mucche che pascolano in prossimità di una fattoria. Ancora qualche tornante e raggiungiamo un punto di svalico, con un piccolo tratto di respiro che porta al bivio per Rubbiano. Svolta secca a sinistra per Isola San Biagio e si va ancora in salita, sempre dura. Dopo la curva a destra inizia il tratto più bello, quello forse più impegnativo, ma carico di soddisfazioni.
A sinistra la vista che corre all’infinito sulla moltitudine di colline e paesetti fino al mare, a destra i prati verdi che si stagliano contro il cielo azzurro, davanti la striscia di asfalto che si insinua lentamente tra le pieghe della montagna. L’immobilità della scena potrebbe essere rotta da un capriolo che attraversa la strada saltando spaventato dal tuo arrivo, oppure dall’apparizione di qualche essere proveniente da un altro mondo… Qui il mistero e l’arcano sono di casa. Siamo alle falde della Sibilla, la montagna che deve il nome alla leggendaria maga raccontata nel Guerrin Meschino.
Quello che colpisce maggiormente è il silenzio. Sentirai solo lo strusciare delle gomme sull’asfalto; se hai qualche problema alla trasmissione qui deciderai che risolverlo è una priorità. In certe giornate il vento da queste parti gioca strani scherzi, portandoti a credere di aver davvero sentito il respiro della montagna!
Poco prima di arrivare ad Isola San Biagio la strada percorre qualche tratto in sali-scendi, per poi spianare in prossimità del centro abitato. Sulla sinistra una fontana che d’estate si rivela provvidenziale (la salita è tutta scoperta ed è fondamentale bere costantemente per non trovarsi poi disidratati), poi ancora una salita e si svalica in prossimità del bivio per il rifugio Sibilla, dove ci getteremo in discesa a sinistra verso Montemonaco. Anche qui, percorrendo un tratto in falsopiano, si viene catturati dalla grandiosità del panorama, con lo sfondo della Sibilla e del Vettore, che finalmente fa la sua comparsa.
Una volta attraversato il bellissimo borgo di Montemonaco inizia la meravigliosa e riposante discesa verso Montefortino. Le pendenze non sono quasi mai elevate e ci sono pochi tornanti, per cui non si può dire che sia eccessivamente tecnica. Occorre solo stare attenti a non lasciarsi distrarre dal panorama, perché ci sono tratti sconnessi e dietro le curve in estate è facile trovare automobili, moto o gruppi di ciclisti che affrontano la salita più facile.
A Montefortino, dopo una classica sosta al bar per un cappuccino, un gelato o un trancio di pizza, si torna indietro e si prende il bivio a sinistra per Comunanza. Questa variante, che attraversa le frazioni di Bussonico e Teglia mi piace molto perché presenta tratti ombreggiati (ristoratori, dopo la fatica fatta) ed è sicuramente meno trafficata della SP237 che abbiamo percorso all’inizio. Qualche salitina breve, qualche discesa con curve impegnative che ho segnalato in carta (attenzione a non chiudere troppo quelle a sinistra, la possibilità di trovare un auto è tutt’altro che remota!) e abbastanza presto ci ritroveremo alla strada provinciale 237. Svolta a sinistra e in pochi minuti saremo al punto di partenza.
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Ciao.bellissime zone per’pedalare con lentezza’,godersi panorami,immersi completamente nella natura.
Grazie Rossano
Magnifico come percorso! Abbiamo davvero della buona fortuna vivere qui nelle Marche.
Grazie, è proprio vero Mike!